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STA SCOMPARENDO L’AFFRESCO DI S. ANASTASIO

11 settembre 2009 Nessun Commento
Montebello Jonico – Sta scomparendo l’affresco raffigurante S. Anastasio, di età bizantina, risalente secondo studi del professore Domenico Minuto al IX secolo e dichiarato dal Ministero per i beni culturali e ambientali bene di interesse particolarmente importante secondo la legge n.1089 dell’1 giugno 1939.
Ciò accade a Montebello Jonico, in località Annunziata, nel territorio di Fossato. Si tratta di un grave danno alla storia, alla cultura e alle tracce dell’identità umana a causa dell’incuria di chi sarebbe deputato a frenare l’azione del tempo.
Per più di 1000 anni l’affresco è riuscito a mantenere i suoi lineamenti principali, cercando di resistere ad ogni intemperie essendo esposto all’aria, alla pioggia e al vento. Ora, dopo aver lasciato all’uomo il compito di proteggerlo sta per scomparire.
È da precisare che non si tratta di un solo affresco ma di due. Uno purtroppo è stata quasi cancellato dal tempo.
Si tratta di una testimonianza rara e non comune, di un bene di un valore inestimabile portato all’attenzione della soprintendenza con una lettera a firma dello storico Luigi Sclapari, il quale nel 1995 inviava a diversi destinatari, incluso all’allora presidente della Commissione Cultura della Camera dei Deputati Vittorio Sgarbi, una segnalazione precisa circa i ruderi della Chiesetta di S. Anastasio in Fossato di Montebello Jonico.
Il 18 gennaio, del 1996, così come riportato nel volume, sulla grecità di Montebello, dello storico Sclapari, la soprintendenza, datava il bene come risalente all’XI secolo ed evidenziava i risultati del sopralluogo, parlando di affreschi “alquanto lacunosi ma discretamente conservati”.
A distanza di tredici anni il termine “discretamente conservati” forse andrebbe rivisto. L’abside, così come riportato dalla relazione della soprintendenza, si presentava già in cattive condizioni per la presenza di attacchi fungini e delle due stelle su un campo azzurro, visibili all’epoca, oggi non si intravede nemmeno l’ombra.
Si tratta di “affreschi di buona fattura”, opere che “costituiscono un’interessante testimonianza artistica della cultura bizantina”.
Così si esprime la Soprintendenza.
Nel 1996 il Ministero per i Beni Culturali a firma del direttore generale Mario Serio decreta il bene di interesse particolarmente importante e quindi sottoposto a tutte le disposizioni di tutele previste dalla legge.
Tanti sforzi, tanti atti e tante carte, andate avanti ed indietro ma incapaci di modificare lo stato dei due affreschi così come i ruderi di quella Chiesetta che ha conosciuto una importante storia umana e religiosa.
Ed invece a Fossato è tutto fermo e proiettato verso la strada della cancellazione. Gli affreschi perdono il loro colore. Di uno si intuisce poco o niente, l’altro ancora mantiene i tratti portanti mentre la cupoletta centrale, lesionata rischia di crollare così come i muri laterali ormai privi di resistenza.
Dopo mille anni queste testimonianze forse si sono stancate di portare l’attesa di un intervento da consolidare.
L’ex sindaco del Comune Loris Maria Nisi aveva parlato alla stampa di un progetto di recupero realizzato dalla soprintendenza ma ad oggi di questo non se ne vedono tracce.
Tra quelle pareti nascoste e coperte da terra, gli intonaci a distanza di un millennio sono quasi intatti e c’è chi afferma che, scavando, si ritroverebbero nuovi affreschi e vivaci colori.
Ma tutto è fermo lì ad attendere ciò che la legge riserva per le aree sottoposte alla tutela, nella consapevolezza che la storia non si può calpestare o addirittura ignorare.
Ciò nella certezza che a seguito di atti ufficiali seguano i fatti in tempi ragionevolmente brevi.
Vincenzo Malacrinò
pubblicato su “il Quotidiano della Calabria”

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