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RESTI UMANI NELLE CASSETTE DA FRUTTA

9 settembre 2009 Nessun Commento

Montebello Jonico – Resti umani dentro le cassette della frutta. Questo quanto si registra presso l’ex Chiesa di Santa Maria delle Grazie a Montebello Jonico.

Già nei mesi scorsi, ci eravamo impegnati, sulle pagine di questo giornale, ad evidenziare lo stato indecoroso cui versavano i resti di uomini e donne che hanno costruito la storia di questo tempo ed ancora oggi con insistenza il caso spinge a dover continuare su questa linea dal momento che nulla è cambiato.
Nei pochissimi tesori rimasti della Chiesa di S. Maria delle Grazie e precisamente nella camera tombale con volte a botte per cadaveri a sedere, sono visibili i resti di chi ha vissuto secoli di vita passata a Montebello.
Il muro, caduto nei mesi scorsi, è ancora lì intatto a terra in attesa che qualcuno lo collochi nel luogo originario.
Loris Maria Nisi, quando era sindaco, aveva preso l’impegno di adoperarsi fattivamente perché l’iniziativa lanciata da questo giornale potesse avere un seguito.
Si proponeva di collocare i resti dei defunti dentro un’urna di vetro posizionando una grata nell’apertura centrale, onde evitare atti vandalici, lasciando sul posto i resti di chi per secoli e secoli è rimasto fermo in quel luogo.
Altra proposta avanzata era quella di riqualificare l’area nel suo complesso, riposizionando il muro nel luogo originario al fine di dare dignità storica, umana e culturale e quanto, purtroppo è abbandonato dall’uomo moderno.

Ora spetta al nuovo sindaco Nino Guarna entrare nel merito della delicata questione per dare ordine alle cose e soprattutto decoro a quei resti che chiedono aiuto dal di dentro di due cassette di frutta rivestite da sacchi di cemento.
E tutti gli altri resti che fine hanno fatto?
Nino Guarna si è detto disponibile a risolvere il problema. Nei prossimi giorni si recherà sul posto.
Si spera che questa sia la volta buona e non rimanga tutto fermo così come per la Chiesa di S. Anastasio dove a fronte di un progetto per il recupero dell’area si è al punto di partenza.

Il professore Luigi Sclapari, storico ed esperto dei luoghi, ha affermato che “la Chiesa di S. Maria delle Grazie, dove era presenta una confraternita omonima, era aggregata alla Protopalale dell’Isòdia, oggi nota come Arcipretale di S. Maria della Presentazione.
La prima traccia scritta sull’esistenza di questa Chiesa si trova negli atti visita pastorale di Mons. Annibale d’Afflitto, vescovo della Diocesi, svolta il 27 luglio 1595”.
Si trattava di una Chiesa abbastanza grande, così come quella di S. Antonio, anche questa cancellata dal tempo.

Nella Chiesa di S. Maria si celebrava in rito greco, dal momento che il vicariato di Montebello rappresentava una delle cinque realtà greche della diocesi di Reggio Calabria quando ormai era diventata latina.
Si tratta di un sito capace di narrare una storia intrisa di religiosità e di cultura.
Si recuperi, dunque la storia, che è vero motore del presente e del futuro. Si recuperi l’abito del passato per poter guardare l’oggi in modo completo.
Non si può lasciare alla violenza del tempo e alla sua capacità di corrodere e cancellare le cose rari beni storici capaci di raccontare secoli di vita.

A chiedere l’intervento alle istituzioni, infatti, non è una persona o più persone ma proprio quei resti umani e l’ultimo muro, appartenente alla Chiesa di Santa Maria delle Grazie in Montebello J.
Questi resti e questo muro parlano più di ogni altro oratore. Loro, del tempo del passato chiedono aiuto all’uomo moderno.
Alle istituzioni il compito di intervenire per modificare le raccapriccianti immagini restituite dai resti umani presenti dentro cassette di legno.
I morti non sono frutta da allocare in quel tipo di contenitore.

Per loro si chiede il riconoscimento di vera dignità perché uomini e perché portatori dentro il proprio Dna della storia degli abitanti di Montebello essendo loro gli antenati e i parenti di molti montebellesi.

Vincenzo Malacrinò
pubblicato su “il Quotidiano della Calabria”

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