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LA STORIA DELLA CENTRALE A CARBONE

14 febbraio 2010 Nessun Commento
Montebello Jonico – Storia lunga, ma anche corta e complessa, quella relativa alla costruzione della centrale a carbone di 1320 megavatt a Saline di Montebello Jonico.
Il primo a parlare di questa imponente opera è stato Nuccio Barillà, nell’estate del 2007 a Pentidattilo.
In molti non hanno considerato la notizia più di tanto forse perché inconsciamente tentati a pensare ad l’ennesima promesse e ad un modo per lanciare fumo agli occhi del sud.
Barillà ha continuato a parlare, a rilasciare dichiarazioni fino a quando la notizia è diventata realtà.
Così del “no” al fumo della centrale a carbone hanno iniziato a parlare in molti dagli ambientalisti ai cittadini, dalle associazioni locali a quelle nazionali.
L’allora sindaco di Montebello Jonico, Loris Maria Nisi, ha condotto una vera e propria battaglia per il “no” alla centrale. Lo stesso fecero gli altri Comuni, la Provincia e la regione Calabria.
Andando con ordine nel 2008 al Comune di Montebello Jonico e agli altri Comuni interessati, così come a tutti gli altri Enti giunge il progetto per la costruzione della centrale a carbone da 1320 Megawatt.
L’allora sindaco di Montebello Jonico Loris Maria Nisi, scende in campo costruendo una vera e propria rete di sindaci uniti al “no” al carbone. Tra i tanti comuni presenti all’appello, anche il Comune di Reggio Calabria.
Nisi nomina un suo esperto, il professore Vincenzo Piccione, dell’Università di Catania, il quale dopo aver studiato il progetto rassegna una relazione con la richiesta di determinate integrazioni.
Intanto 17 settembre del 2008 a Roma viene convocata la prima conferenza dei servizi.
Tutti all’appello. Agguerriti e decisi i calabresi dicono coralmente “no” alla centrale a carbone.
I rappresentanti della Regione Calabria lasciano sui tavoli romani una relazione a firma del presidente Agazio Loiero ma ciò non basta per i rappresentanti del Ministero poiché “pur configurando nettamente la posizione ostativa della regione, non può considerarsi alla stregua di una formale intesa negativa da parte della medesima Regione” a meno che la Regione “non provveda nel frattempo a formalizzare la denegata intesa all’iniziativa”.
Questo quanto riportano nel verbale. Così il governo regionale si impegna di formalizzare il diniego verso la centrale a carbone tanto che a Novembre spedisce a Roma l’atto ufficiale nel quale la Regione chiarisce che non intende avere sul proprio territorio una centrale a carbone.
Esultano un po’ tutti anche se continuano le battaglie per il “no”.
Nisi convoca in piazza il consiglio comunale aperto dove invita tra i tanti anche il presidente del Consiglio Giuseppe Bova. Là in quella piazza gremita di cittadini è presenta anche il consulente del Comune, il prof. Vincenzo Piccione e tanti altri.
In quella piazza venne fuori la possibilità di avere progetti alternativi per Saline e la notizia che c’erano 50 milioni di euro per l’area si Saline e per la riqualificazione di tutto il territorio sotto l’aspetto del turismo e dell’eco-sostenibilità del territorio.
La Sei S.p.a intanto la SEI chiede una sospensione della procedura autorizzativa. Ad ottobre del 2008 viene sospesa per un periodo di sessanta giorni anche il procedimento VIA.
A gennaio del 2009 sa SEI aveva provveduto ad inoltrare parte della documentazione integrativa allo studio di impatto ambientale riservandosi l’inoltro degli elaborati progettuali entro tempi brevi.
A febbraio veniva completato l’inoltro di tutti i documenti e così veniva riavviato il procedimento.
Si rimetteva così in moto la macchina che in tanti avevano cercato di fermare.
Intanto lo scenario politico montebellese cambia. Loris Maria Nisi non è più sindaco. Al suo posto c’è Nino Guarna il quale sul “no” al carbone si è espresso sin dalla campagna elettorale con gigantografie attaccati a destra e a manca.
Ma l’opposizione lo accusa di essere poco attivo e di non scendere abbastanza in campo per palesare le proprie idee.
Intanto al Comune di Montebello arrivano le integrazioni alle osservazioni fatte dall’allora consulente dell’amministrazione che sarebbero dovute passare al vaglio per eventuali altre controdeduzioni.
Però al professore Piccione queste non sono mai giunte e così l’amministrazione ancora una volta è stata bacchettata di disattenzione e di scarso impegno verso questo tema.
Il 15 dicembre al protocollo del Comune di Montebello, arriva un fax. L’ente è invitato ad essere presente giorno 17, tramite del proprio esperto, sempre il prof. Piccione, già delegato dalla precedente amministrazione, alla commissione AIA per il parere istruttorio.
Piccione nemmeno in questo caso è stato invitato a presentarsi a Roma. Anche qui l’opposizione non si è risparmiata per rimarcare questa assenza. Il sindaco Guarna ha spiegato che l’assenza era legata alla ristrettezza dei tempi.
Nel corso di questo tempo, sono sorte associazioni e addirittura un coordinamento delle associazioni per ribadire il “no” alla centrale. Glia protagonisti non sono solo cittadini di Montebello ma di tutta l’Area Grecanica.

Vincenzo Malacrinò

pubblicato su “il Quotidiano della Calabria”

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