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PERICOLO SULLA PROVINCIALE, LE PIETRE POTEVANO TRAVOLGERE QUALCUNO

5 ottobre 2009 Nessun Commento
Montebello Jonico – Potevano uccidere qualcuno. Il peso e la violenza di quei massi caduti proprio in pieno giorno, lungo la provinciale di Montebello, in prossimità dell’abitato, avrebbero potuto straziare la vita a qualche passate e noi sulle pagine di questo giornale più volte lo abbiamo ribadito.
La provinciale, in quel tratto, è pericolosa e finché non accade qualcosa di serio nessuno se ne rende conto.
I massi si sarebbero potuti staccare mentre passava uno scuolabus, cosa già accaduta l’anno scorso, quando la sciagura si è evitata per miracolo, mentre passavano famiglie o persone a piedi.
Lì poteva e può succedere qualcosa di cui è responsabile solo chi fino ad oggi è rimasto inerte.
Le istituzioni intervengano. Questo il monito dei montebellesi, dei Fossatesi e di chi, ogni giorno, percorre la “strada degli interrogativi”.
Non si è trattato di sassolini. S tratta di grossi panzer lapidei scesi a terra con violenza occupando il lato destro della corsia, in direzione monte –mare.
Non bastano le reti. Queste, posizionate più a monte, alte quanto quelle da pallavolo e non adagiate su tutta la montagna, servono per trattenere i sassi ma non i grossi massi appollaiati sul costone.
Servono ma serve altro. Lì è necessaria una deviazione dell’asse viario a margine del fiume. Gli euro che si spenderebbero per mettere in sicurezza quel tratto di strada, con gallerie aperte e altro, sarebbero equiparabili a quelli necessari per costruire una strada sicura accanto alla fiumara.
I cittadini sono allarmati e percorrono quel tratto di strada con il batticuore. Sanno che le rocce, prima di cadere, non danno preavviso. Saverio Morabito, dopo aver messo piede in paese, si dice “fortunato” e afferma che bisogna sperare di passare quando non cadono i massi altrimenti si rimane schiacciati come le lumache.
Di fatto è vero. Da pochi giorni a questa parte, dopo la caduta dei panzer la “strada dell’interrogativo”, viene percorsa velocemente.
Quel tratto desta preoccupazione a tutti e principalmente alle mamme che vedono partire, per la scuola, i propri figli ogni mattina.
Quei massi avrebbero fatto sbandare persino un autobus.
In passato, proprio attraverso le pagine di questo giornale era stata condotta una “battaglia” sul tema “pericolo strade” e l’allora assessore provinciale, Alessandro Cannatà fece stanziare una somma rilevante per il posizionamento delle reti nel tratto più a monte assicurando che sarebbe stato fatto altro.
L’anno scorso, i ragazzi su un pulmino del Comune, si sono salvati per miracolo poiché gli son caduti davanti grossi massi, che avrebbero potuto provocare una sciagura.
La gente si chiede fino a quando dovrà persistere questa tensione.
Certamente siamo nel periodo delle economie ma se si pensa che Pentidattilo è stato costruito nuovo perché, forse, la montagna, stava per cadere – cosa mai avvenuta – allora si potrebbe pensare di costruire una vera strada in questo tratto pericoloso, dal momento che qui i massi cadono davvero.

Vincenzo Malacrinò

pubblicato su “il Quotidiano della Calabria”

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