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LIBERTA’ DI STAMPA, LA FNSI PARLA IN EUROPA

10 ottobre 2009 Nessun Commento
BRUXELLES – La delicata questione della libertà, o meglio della mancanza di libertà nell’informazione italiana è approdata al Parlamento europeo: ieri la Giunta della Federazione nazionale della stampa italiana, di cui è componente Carlo Parisi, segretario del Sindacato dei Giornalisti della Calabria, ha incontrato i vertici di Bruxelles per ribadire il diritto, in Italia e in Europa, ad una stampa senza guinzaglio.
“L’occasione ufficiale era quella del dibattito in aula – riferisce Carlo Parisi – sull’informazione e il pluralismo in Europa, partendo dalla vicenda italiana, ma non sono mancati momenti di confronto diretto con le istituzioni europee, alle quali abbiamo chiesto un impegno concreto affinché siano assicurati in tutti i Paesi dell’Unione la piena ed effettiva libertà di stampa e di opinione ed il pluralismo dei media, senza interferenze delle autorità pubbliche o di altri poteri”.
D’altra parte “la tutela di una stampa libera – incalza Parisi, rifacendosi a quanto discusso a Bruxelles – rientra tra i compiti primari dell’Europa, chiamata a difendere giornalisti e cittadini, in nome dell’articolo 11 della Carta fondamentale dei diritti dell’Unione stessa: eliminare, o quantomeno allentare, le restrizioni che, oramai quotidianamente, vengono imposte da assurde logiche di potere, di qualsiasi colore o matrice, devono rappresentare un obiettivo imprescindibile e comune”.
Spunti di riflessione – e di lavoro, all’insegna della cooperazione – sono arrivati anche dall’incontro che l’esecutivo del Sindacato dei giornalisti ha avuto, al termine della seduta parlamentare, con i vertici della Federazione internazionale della stampa.
E proprio da Aidan White, segretario generale dell’Associazione internazionale, è arrivata un’amara consolazione: “I problemi non ci sono soltanto in Italia – ha detto White – dove, in questo momento, si registrano i pesanti effetti dei conflitti di interesse, ma esistono in diversi Paesi.
L’obiettivo comune dev’essere quello di approdare ad una Carta del giornalismo europeo che abbia come fondamento il rispetto dei diritti sociali e del salario minimo, ovvero il rispetto degli standard minimi, in tutti i 27 Paesi dell’Unione”.
n.g.

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