Home » ambiente, Attualità, Eventi, Featured, Headline, Il Quotidiano della Calabria

ARSENICO A MASELLA: ECCO L’AMPIO SERVIZIO PUBBLICATO SU ” IL QUOTIDIANO DEL SUD”

17 maggio 2019 Nessun Commento

Montebello Jonico – Acqua all’arsenico Masella. Una storia che dura ormai sei anni, tra silenzi e tavoli tecnici che ad oggi non hanno portato a nulla.

Ci sono cittadini infuriati che gridano “vergogna” altri rassegnati. Ma forse è tutto normale. Così come è normale che a “tirare in ballo” il problema “arsenico”  sia un prete e non un rappresentante delle istituzioni. Già perché si parla di arsenico dopo che don Giovanni Gattuso, parroco di Montebello-Masella, ha scritto a mezzo mondo.

Il  20 marzo 2013 il campione 24 prelevato a Masella presentava una concentrazione di arsenico di 20 microgrammi/litro su un massimo di 10.  Il risultato, il 10 aprile 2013,  veniva trasmesso al Servizio Alimenti e Bevande e quest’ultimo giorno 16 scriveva ad Arpacal, alla Sorical, all’Asp di Melito e al Comune di Montebello Jonico. Tutti erano informati e così iniziano le “danze”.

La gente sconvolta e disinformata, sa solo che quella sostanza può destare gravi problemi alla salute. Poi basta.

Il Comune dichiarava la non potabilità dell’acqua consentendo l’uso solo a fini igienici. Vero è anche, considerate le potenziali patologie, che gli usi igienici andrebbero interdetti cosa fatta solo dopo sei anni,  il 16 aprile 2019, con l’ordinanza del sindaco Ugo Suraci.

Il 21 aprile del 2013 si riuniva un tavolo politico per affrontare il problema “arsenico”. Mentre i valori aumentavano si decideva di effettuare esame epidemiologico. Nessuno però sa se sia stata fatta.

Alla riunione indetta dall’allora sindaco Guarna in cui si stabiliva che andava indetto un tavolo tecnico con Sorical, Prefettura,  Provincia , Regione e Asp di Melito P.S. per trovare soluzioni, partecipavano rappresentanti della maggioranza, dell’Ufficio Tecnico e anche i membri dell’opposizione Loris Maria Nisi e Ugo Suraci.

Nisi suggeriva una intensificazione dei controlli mentre Suraci bacchettava i ritardi dell’Arpacal perché voleva sapere i valori dell’arsenico.  Domande a cui per anni nessuno ha risposto.

Si chiedevano i dati. Gli stessi che don Giovanni Gattuso ha reclamato con forza a Dicembre 2018 per poi averli ad Aprile 2019.

Il 26 aprile del 2013 l’Arpacal comunicava l’attivazione di un tavolo tecnico – operativo presso il Dipartimento provinciale di RC a cui come ha precisato la direttrice, Giovanna Belmusto, parteciperanno ASP di RC, Unita Operativa di Melito P.S., la SORICAL, Comune di Montebello e Amministrazione Provinciale.

“Un tavolo obbligato al fine di prendere provvedimenti nei riguardi della sostanza inquietante come l’arsenico che ha fatto perdere la serenità agli abitanti di Masella”.  Da allora però tutto è rimasto come prima o forse peggio.

“Nulla viene tralasciato, affermava la Belmusto, data la delicatezza del caso, con la certezza che ogni iniziativa resa urgente e necessaria verrà assunta in tempo reale”.

La Direttrice del Dipartimento Provinciale Arpacal,  in merito agli Enti che avevano partecipato al tavolo tecnico, affermava che “ciascuno per quanto di competenza  hanno coordinato le loro azioni per poter giungere ad una concreta e veloce definizione della problematica”.

Sorical veniva chiamata all’appello. La stessa, così come sottolineava dalla direttrice del dipartimento provinciale Arpacal “ ha anticipato che, provvederà alla perforazione di un nuovo pozzo guida …. E allo stesso tempo sta studiando una soluzione più immediata quale l’acquisto di un dearsenificatore”.

Forse saranno necessari studi per acquistare un dearsenificatore ma se questi, dopo sei anni, considerato che la soluzione doveva essere “immediata”, non sono ancora pronti qualche problema sarà sorto.  Tra l’altro ora, nel 2019, la Sorical risponde suonando la stessa nota ed affermando che “risultava maggiormente praticabilela I soluzione con l’acquisto e l’installazione di un impianto di filtrazione”.

Bisognerebbe capire se quello che intende acquistare ora è lo stesso studiato da sei anni a questa parte o se ne passeranno altri sei perché l’ordine possa essere fatto nel migliore dei modi.

Nessuno mette in discussione la buona volontà ma dopo 2180 giorni sfuma il concetto di “tempo reale” così come quello di “velocità” tanto che forse andrebbero modificati dal dizionario della lingua italiana.

Un paradosso: da un lato si grida all’allarme e all’urgenza di dare risposte dall’altro si dorme come se nulla fosse.

 

 

A Maggio del 2013 al Comune arrivano i commissari straordinari Muccio, Giaccari e Giliberto. A loro i cittadini scrivono una petizione per “evidenziare lo stato di disagio e il pericolo cui tutta la cittadinanza è esposti”.

Nonostante le preoccupazioni, nessuna risposta. Chiedevano di sapere quali accorgimenti venivano adottati per evitare “gravi danni alla salute” e  “copia delle analisi effettuate dal 2001 ad oggi”. Nessuna risposta.

A Maggio del 2014 i cittadini si rivolgono ancora ai commissari straordinari e sempre sulla scia del “faremo e “vedremo” molto si è fatto ma di concreto nulla è stato realizzato.

Eppure tutti sapevano che quell’acqua veniva usata. Per non parlare poi delle fontane pubbliche lasciate aperte e senza comunicazione alcuna di divieto fino all’anno 2019.

Il 2 luglio del 2014 il Comune, attraverso il sito internet, comunica che il 19 giugno si è svolta a Saline una riunione al fine di fare punto sullo stato delle attività connesse alla “risoluzione definitiva” del problema arsenico.

A conclusione della riunione “è stato predisposto un verbale in cui ogni soggetto ha indicato l’attività e l’impegno a garantire la piena collaborazione” al fine di rendere veloce la soluzione del problema.

Intanto viene realizzato un nuovo pozzo ma anche in questo è stato riscontrato l’inquinante se pur come espresso dall’ingegnere De Marco con “valori più bassi”.

Si intendeva miscelare l’acqua ma l’operazione non è andata a buon fine.

Per impegno preso, sempre secondo quanto si legge nel verbale la Sorical “terminerà di attrezzare il nuovo pozzo in modo da rendere possibili i monitoraggi e le analisi da parte dell’ASP di concerto con l’Arpacal”.

Il 31 maggio 2015 diventa sindaco Ugo Suraci e il problema “arsenico” continua a persistere. A lui il parroco, don Giovanni, si rivolge per primo al fine di dare risposte concrete ai cittadini che ad oggi si ritrovano a convivere col problema.

La salute pubblica è una cosa seria ma se i tempi per le pronte risposte sono questi si potrebbe avere qualche profondo dubbio.

Vincenzo Malacrinò

PUBBLICATO SU “IL QUOTIDIANO DEL SUD” 17.5.2019

 

 

 

 

 

 

 

Lascia un Commento