Home » Senza categoria

LA LUNGA STORIA DELL’INDUSTRIA MONTEBELLESE

28 luglio 2009 Nessun Commento

Se da un lato vi è la ex liquichimica dall’altro, a bilanciare le note del pentagramma del fallimento vi è la realtà, da tempo diventata fumo, delle Ogr (Officine Grandi Riparazioni).
Anche questa, come la ex liquichimica, parte con prospettiva straordinarie.

Lì, in quell’area, dove si sono realizzati grandi capannoni si concretizzavano grandi progetti per poi sfumare, piano, piano nel tempo.

Nella seconda metà degli anni ’80 spendendo, cifre da capogiro, nell’area sovrastante la SS 106 veniva realizzata la struttura specializzata nella riparazione di locomotori elettrici.

Anche qui si ripete lo stesso film che ha interessato la Liquichimica: prima si parte, poi lentamente tutto si stagna; si riduce il numero dei lavoratori, molti vengono mandati in cassa integrazione e dei 1200 previsti non si vede nemmeno l’ombra.

Anche su quell’area in tanti e in diverso periodo hanno avanzato diverse ipotesi di sviluppo.

Prima c’era chi sosteneva che sull’area si sarebbe realizzata una grande industria della Siemens, poi altri affermavano che si sarebbe aperto un centro commerciale. Di fatto niente di tutto ciò.

Andando avanti nel tempo, la sola cosa concreta ad oggi, sembrerebbe il protocollo d’intesa firmato tra Regione Calabria e ”Api nova energia srl” al fine di realizzare progetti legati al fotovoltaico e all’energia alternativa.

L’investimento dovrebbe consentire l’impiego di circa 1000 unità lavorative.

Ma da pochi giorni si è scoperto che le Ferrovie vendono per sette milioni e trecentomila euto tutto lo stabilimento.

Anche qui tutto riparte da capo. Il Comune dà mandato ai tecnici per avanzare un’offerta. Secondo il primo cittadino Nino Guarna la Provincia di Reggio Calabria sarebbe interessata all’iniziativa al fine di evitare che ci possano essere speculazioni sull’area.

Di fatto ad oggi non si sa nulla mentre per certo la data per presentare le offerte è il 23 luglio.
Si va avanti e indietro con molto incertezze e molti dubbi. Questa la caratteristica del territorio.
Dubbi ed incertezze che si ingigantiscono in tempi non certamente brevi se si considerano ormai trascorso che ammonta a più di 20 anni.

Ma tutto sommato è come se tutto andasse bene. Quel ferro arrugginito, comprato con i soldi degli italiani non è poi così tanto oggetto di riflessione.

Si parla si discute, si fanno comizi e prese di posizioni pubbliche ma successivamente ogni cosa fa il suo corso come se nulla fosse intervenuto.

Così si smantella la struttura, si spoglia di quanto produceva lavoro e si riduce al minimo indispensabile. Talmente minimo tanto da non percepire nemmeno la presenza. Meglio se il popolo dimentica ogni cosa e persino le mille promesse e le mille illusioni cui più volte si è sottoposto.

Una vicenda contorta anche questa delle Ogr o forse ex Ogr tanto per intonare con ex Liquichimica.

Montebello rappresenta il simbolo degli ex progetti.

Cose che si sarebbero dovute realizzare perdurando nel tempo ed invece realtà che oggi cantano il titolo di “ex”.

Una stranezza per un territorio che intende progredire con l’aiuto e l’impegno da parte chi si oppone alle chiusure.

Ma invece tutto va secondo una direzione senza punti di ritorno.
Da un lato gli amministratori dicono “no” allo smantellamento e “si” allo sviluppo del territorio, dall’altro i percorsi, invece, seguono una scia completamente diversa.

Certamente, bisognerebbe chiedersi chi dovrebbe pianificare e progettare il futuro di un popolo e con che strumenti. Forse solo le parole non bastano. E chi lo sa, forse fino ad oggi, dati i risultati, si sono fatte sono queste.

Vincenzo Malacrinò

pubblicato su “il Quotidiano della Calabria”

Lascia un Commento