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DOPO CINQUANT’ANNI VIENE RIPRISTINATA LA PROCESSIONE DI S. ANTONIO A MONTEBELLO JONICO

7 gennaio 2014 4 Commenti

Dopo cinquanta anni, viene riproposta dall’Arciprete don Giovanni Gattuso,  la processione di S. Antonio Abate. Da domani 8 gennaio 2014 inizia la novena alle ore 6 con la celebrazione della Santa Messa. Giorno 17 gennaio si svolgerà la processione per la via principale del paese. Tutti siamo invitati a partecipare

Anche a Fossato, don Daniele Siciliano ha iniziato la novena di mattino. Giorno 17 si svolgerà la processione per le vie del paese.

4 Risposte a “DOPO CINQUANT’ANNI VIENE RIPRISTINATA LA PROCESSIONE DI S. ANTONIO A MONTEBELLO JONICO”

  1. 4
    luigi sclapari Scrive:

    Grazie a te, Vincenzo, per avere ospiato il mio modesto commenmto sulla tua “Pagina di Montebello Jonico”.
    Un caro saluto pure a chi ci legge, scusandomi per essere stato prolisso.
    Spero di non aver tolto spazio ad altri.
    Un caro abbraccio e continua a tenere alto il buon nome del paese, nonostante tutto.
    Luigi Sclapari.

  2. 3
    Vincenzo Malacrinò Scrive:

    Caro Luigi,
    sei sempre una enciclopedia vivente.
    Grazie per il tuo importante contributo.
    Un abbraccio
    Vincenzo Malacrinò

  3. 2
    luigi sclapari Scrive:

    Vincenzo, scrivo volentiedri questo mio commento al fine di lasciare una traccia, sia pur labile, delle nostre tradizioni relative alla festa di S. Antonio Abate. Tu poi, se riterrai opportuno, lo potrai riportare e conservare nelle cose notevoli del paese, oppure lo potrai cestinare.
    Grazie comunque a Don Giovanni Gattuso che ha voluto rinverdire questa antica tradizione montebellese e rendo merito pure a te, che contribuisci con i tuoi “pezzi”, a diffondere queste utili iniziative locali.
    1- GENNAIO 17, S. ANTONIO ABATE.
    In occasione della festa liturgica di S. Antonio Abate o del porcellino, il 17 gennaio, a Montebello, e non solo, era festa di precetto. I civil viventi (possidenti) e i braccianti agricoli, lavoravano solo metà giornata e i ragazzi in età scolare non andavano a scuola.

    2-BENEDIZIONE DEGLI ANIMALI
    Sempre il 17 gennaio, i massari, prorprietari di equini (asini,
    muli, cavalli) portavano i loro quadrupedi in Piazza della Chiesa per la rituale benedizione degli animali e, dopo tale gesto, facevano compiere alle loro bestie da soma, uno o più giri intorno alla chiesa, al fine di impetrare dal Santo protettore degli animali domestici, la buona salute per le loro bestie da lavoro.

    3-LA PIETA’ POPOLARE
    La Pietà popolare voleva che, il rispetto della festa liturgica di S. Antonio Abate, iniziasse dall’imbrunire del giorno sedici e finisse all’alba avanzata del giorno 18 gennaio, e chi non rispettava tale astensione dal lavoro, poteva incorrere nella “punizione” del Santo anacoreta.
    Si racconta infatti che, una donna, preoccupata di portare a termine un lavoro al telaio la cui consegna era imminente, per portarsi avanti, abbia cominciato a lavorare al telaio prima dell’alba del giorno 18 gennaio e, dicono sempre che, S. Antonio le abbia bruciata la tela tessuta, ammonendola severamente Con la seguente espressione: “Sant’Antoni era e Santa’Antoni sugnu finu a jornu chiaru!”

    4- LA PROCESSIONE
    Durante la partecipata processione del simulacro per le vie del paese, il Santo del porcellino raccoglieva numerose offerte in denaro, ma anche molti salumi (capicolli, saddizzi suppizzati, pancette, ecc.) che poi il Protopapa (Arciprete) in parte utilizzava per il suo sostentamento, ed in parte poteva vendere e, col ricavato, sopperiva alle necessità materiali dell’importatate parrocchia Protopapale di Montebello J.

    5-LA PIETA’ POPOLARE
    In qualche particolare evento, come nell’occasione dell’alluvione del 1956, il simulacro di S. Antonio Abate, fu portato in processione, col consenso del Parroco Don Domenico Sciarrone, fino all’affaccio di Piazza dell’Olmo (Urmu). Da quel punto dell’antica Piazza, si vedevano scorrere minacciosamente le due fiumare di Montebello, S. Elia e Camatore, e si vedevano confluire torbide, limacciose e traboccanti d’acqua piovana. Sempre Voce di popolo (Vox populi Vox Dei)racconta che, subito dopo l’affaccio del Santo sul punto di confluenza due torrenti spumeggianti, d’incanto la
    pioggia cessò e comparve l’arcobaleno.
    II simulacro del Santo monaco orientale fu riportato in Chiesa fra inni e canti di ringraziamento al Santo, cui i montebellesi sono molto devoti.

    5-CURIOSITA’ S. ANTONIO O S. ANTONINO?
    I montebellesi quando impongono il nome ai loro figli e voglio indicare il Santo festeggiato il 17 gennaio, allora lo chiamano Antonio, quando invece vogliono indicare il Santo Antonio di Padova, allora lo chiamavano Antonino (13 giugno).

    Le suddette testimonianze sono state rese a me, da tre persone meontenellesi utranovantenni.

  4. 1
    luigi sclapari Scrive:

    Quando le tradizioni si perpetuano nel tempo, divengono Storia di un paese e costituiscono il pastrmonio culturale della sua gente.
    Bravissimo, Don Giovanni Gattuso per l’iniziativa intrapresa e bravo pure tu, Vinmcenzo, che contribuisci a diffonderla con i tuoi pezzi.
    Ma direi pure, eccezionali i montebellesi che, come sempre, rispondono egregiamente e con solerzia a queste proposte!

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