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CONSIGLIO AFFANNATO A MONTEBELLO JONICO

9 agosto 2012 Nessun Commento

Montebello Jonico – Sul tema della centrale a carbone, al consiglio comunale di ieri, i consiglieri della maggioranza non sono intervenuti al dibattito. Il loro pensiero è stato sintetizzato in un documento finale letto dall’assessore Santo Minniti che ribadiva il “No” al carbone.

In aula, tra il folto pubblico presente, incluso i sostenitori del “no” e del “si”, i consiglieri Fortunato Tripodi e Fabio Zampaglione hanno indossato la maglietta con la scritta “no al carbone”.

Guarna, prima che iniziasse il dibattito ha precisato che “questo consiglio comunale è stato convocato a seguito di distinte petizioni pervenute da parte di quattro consiglieri, ai fini di una verifica dello stato di attuazione delle linee programmatiche inerenti la contrarietà alla costruzione della centrale”. Poi dopo aver ribadito le date dei consigli comunali in cui si affermava il “no” Guarna ha precisato di “rappresentare tutta la cittadinanza anche quella fortemente a favore della centrale, favore che non rappresenta un reato ma legittima manifestazione di un orientamento e soprattutto di quella aspirazione al lavoro e al benessere che un sindaco non può permettersi di trascurare prendendo in considerazione solo il punto di vista di una parte di popolazione che magari ha già un lavoro di chi, al di la delle dichiarazioni di principio, è allettato dalle speculazioni edilizie che la costruzione della centrale potrebbe compromettere”.

Questo scritto in un documento consegnato alla stampa perché venga agevolata nel suo lavoro ma “affinchè siano evitate le possibili strumentali distorsioni di quanto sinora ho detto”.

La minoranza non ha esitato ad evidenziare al primo cittadino Antonio Guarna che, se si parla sui giornali di indecisione o di tentennamenti da parte della classe politica dirigente, sul tema della centrale, ciò non rappresenta una invenzione ma la constatazione che la stessa, ad oggi, non ha proposto con determinazione strategie concrete volte a definire il “no” all’impianto industriale.

Così mentre la minoranza ha chiesto di impugnare il Decreto al Tar, la maggioranza, nel suo documento finale, parlava soltanto di coordinarsi assieme ai sindaci, alla Provincia e alla Regione perché “si apra un tavolo di confronto per elaborare un piano di interventi produttivi” ed ancora “invitare la Regione Calabria ad assumere concretamente e rapidamente iniziative in coerenza alle proprie decisioni consiliari”.

Aria fritta, mormoravano dal pubblico. E così si alzava il tono della minoranza e nello specifico di Loris Maria Nisi il quale chiedeva di scrivere senza “se” e senza “ma” che il Comune si impegnasse a proporre ricorso al Tar, al più presto, o da solo o con altri Enti.

Ed è qui, ci si è “inceppati”. Guarna ha proposto a Nisi di produrre ricorso in qualità di avvocato. Lo stesso si impegnava a dare tutte le indicazioni precisando che sarebbe giusto che venisse firmato da un legale diverso da un consigliere di minoranza quale è lui.

Così Guarna consolidava il documento con la dicitura: “a verificare se vi sia la possibilità di esperire autonomamente o assieme ad altri il ricorso avverso il Decreto”. E sono proprio le parole “a verificare la possibilità” che non piacciono a buona parte della minoranza. Reputando ciò il “solito modo per non far niente”. D’altro canto se la possibilità c’è per la Regione Calabria ci dovrebbe essere anche per il Comune.

Non sono mancate le repliche a Guarna tanto che la minoranza non gliele ha mandate a dire. Nisi, Zampaglione e Suraci  hanno ricordato al indaco i suoi slogan elettorali senza tentennamenti con la scritta “no al carbone” e l’allora sua ferma convinzione alla negazione del carbone. Nisi ha parlato di omissioni da parte del sindaco nel suo agire al fine di contrastare il progetto ricordandogli che se il professore Piccione, dell’Università di Catania, esperto del Comune, non è stato a Roma a rappresentare l’Ente è per colpa di chi non lo ha inviato. Inoltre ha ricordato l’assenza di replica alle controdeduzioni della Sei e il ritardo della costituzione nel giudizio davanti al Tar Lazio.

Tripodi, Zampaglione, Cuzzucoli e Foti, assieme a Nisi e Suraci hanno ribadito il “no” al progetto. Eliana Zaccuri ha invece evidenziato la necessità di essere aperti all’iniziativa industriale senza pregiudizi in merito.

Il documento della maggioranza è passato con undici voti a favore: cinque astenuti ( Barbaro, Nisi, Foti, Tripodi e Zampaglione) e il voto contrario di Eliana Zaccuri.

 

Vincenzo Malacrinò

pubblicato su “il Quotidiano della Calabria”

LE FOTO DEL CONSIGLIO SI TROVANO NELLA SEZIONE “FOTO”

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