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SOLIDARIETA’ DI LEGAMBIENTE A DUE OPERAI INTOSSICATI DAL CARBONE A GENOVA

2 novembre 2010 Nessun Commento

Montebello Jonico – Mentre si prepara la manifestazione di protesta contro il carbone per giorno 6 novembre a Saline, presso l’area della palestra, arriva un comunicato di solidarietà da parte di Legambiente ai due operai intossicati dal carbone nella centrale Enel di Genova.

Evento, questo, che fa riflettere l’opinione pubblica sul tema inferocendo quanti sono per il “no” alla centrale.

Non bisogna sollevare allarmismi ma nel clima attuale qualunque notizia fa scalpore.

Per Legambiente quell’impianto si doveva chiudere perché non ammodernato e collocato in un contesto urbano inaccettabile.

Da qui la proposta,di Legambiente nazionale, di orientare gli investimenti energetici su modelli che sfruttano le fonti rinnovabili.

Diversi, cittadini ed amministratori affermano, nel caso di Saline, che se si deve proprio parlare di energia, allora si sfrutti il sole ed il vento.

E nell’area del gelsomino, di cui ora non si respira nemmeno il profumo il sole non si nega nemmeno d’inverno.

Per l’area SIC di Saline sono stati presentati diversi progetti. Ora allo Stato e agli Enti i cittadini chiedono non più carte ma carta su cui scrivere il futuro di quel lembo di terra abbandonato da tutti e soprattutto dalla politica intenta solo a spot elettorali.

Quell’area rappresenta il fallimento della modernità e dell’industrializzazione, sfoggiando un modello nazionale di sperpero di denaro pubblico .

Le nuove generazioni non intendono rivangare il passato, né coltivare su quel suolo altro.

Ora chiedono investimenti veri e concreti che lasciano integro il territorio, l’ambiente e l’uomo. Molti si chiedono che fine hanno fatto i 50 milioni di Euro promessi in piazza dalla Regione Calabria.

Nell’area grecanica oggi si discute. È come se le coscienze si fossero svegliate. Intanto l’onorevole Giovanni Nucera in un comunicato sul tema della centrale a carbone pone una serie di interrogativi.

“L’approvazione da parte della Commissione VIA del Ministero dell’Ambiente del progetto di Centrale a carbone nel sito della ex Liquichimica ripropone un’arroganza centralistica intollerabile, che in zone “leghiste” non avrebbe avuto spazio”.

Nucera affonda i toni quando parla delle emissioni:“le 7,5 tonnellate annue di CO2 che la centrale produrrebbe, sono in netto contrasto con le prescrizioni dell’Unione Europea che ha imposto all’Italia il taglio e non certo l’aumento di CO2, posto l’Italia ha aderito ufficialmente al Protocollo di Kyoto per la riduzione dei gas ad effetto serra”.

“Noi che abbiamo tantissime risorse eoliche, solari, marine ed idroelettriche come la diga del Menta, priva di centrale, prosegue Nucera, perché dovremmo comprare energia elettrica dagli svizzeri? una nazione al di fuori dell’Unione Europea, che introiterebbe gli utili, senza inquinare il suo proprio suolo”. Là, precisa il questore del Consiglio, vigilano norme durissime di salvaguardia ambientale.

Affermazioni quelle di Nucera che entrano nel merito del poco chiaro e controverso comportamento di chi non fa capire e non si fa capire. Di fatto, se l’Italia si impegna ad abbattere i gas serra perché poi dovrebbe autorizzare strutture che li producono?

Ed ancora, con quale atteggiamento si guarda alla Calabria? Questa terra viene considerata “nobile” o come l’ultima del mondo a cui tutto si può propinare dal momento che fa qualcosa è meglio del non fare niente?

È questo che fa manifestare la gente.

Vincenzo Malacrinò

pubblicato su “il Quotidiano della Calabria”

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