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GLI EFFETTI DOPO IL CONVEGNO SULLE NAVI DEI VELENI

28 ottobre 2009 Nessun Commento
Montebello Jonico – Il giorno dopo il convegno del Pd, sul delicato tema delle navi dei veleni, i cittadini di Montebello non fanno altro che parlare dei pericoli e della necessità impellente di seguire il consiglio del presidente del Consiglio Regionale Giuseppe Bova il quale affermava che bisogna costruire un vero e proprio movimento perché si conosca la verità.
E il convegno del Pd sembra essere entrato nel tessuto sociale di Montebello e non solo dal momento che all’iniziativa, che si è tenuta a Saline presso l’Agriturismo “le Agavi”, erano presenti diversi sindaci.
In prima linea i primi cittadini di Motta S. Giovanni, Paolo Laganà, di Roghudi Agostino Zavettieri, di Bova Andrea Casile ed ancora il delegato del sindaco del Comune di Melito Domenico Orlando e tanti altri.
Presenti ancora il capogruppo dell’opposizione Giuseppe Cuzzucoli, l’ex assessore all’ambiente Nino Cilea e gli ex sindaci Saverio Taverna e Nicola Briguglio.
Presente anche il consigliere di maggioranza Giampiero Benedetto e il segretario provinciale del Pd Giuseppe Strangio. Tra i gli altri, Nuccio Barillà di Legambiente e Beatrice Barillaro, presidente del WWF Calabria erano in prima fila per dare il proprio contributo all’iniziativa.
Loris Maria Nisi, ex sindaco di Montebello, ha moderato i lavori portando al tavolo dei relatori ottimi spunti per approfondimenti soprattutto quando ha ricordato che il nostro mare è stato considerato una pattumiera.
Un tavolo ricco di autorità se si considera la presenza delle alte istituzioni intervenute.
Nello specifico, il Presidente del Consiglio Regionale Giuseppe Bova, l’Assessore Regionale all’Ambiente Silvio Greco, il Sostituto Procuratore Generale della Corte di Appello di Reggio Calabria Francesco Neri e Francesco Foti, segretario comunale del Pd montebellese.
Foti nell’introdurre il tema ha affermato che è necessario sapere la verità. Si è dunque alla ricerca di certezze sconosciute e di elementi capaci di far luce sui tanti misteri che vivono attorno alle navi dei veleni.
Il folto pubblico presente è stato valido trainatore dell’iniziativa dal momento che da ieri un pò ovunque si parla del convegno di Saline e ancor più della necessità di cercare la verità trasferendo alla politica e alla magistratura tutta la solidarietà perché si vada avanti fino in fondo.
La gente sta dalla parte delle istituzioni. Con loro intendono sfondare il muro dell’omertà perché si entri nel vivo di quelle storie che hanno segnato il passato ed ora il presente.
Se nelle navi c’è veramente ciò che si sospetta gli effetti saranno ingenti sull’uomo e sull’ambiente.
Le testimonianze dell’Onorevole Giuseppe Bova, dell’Assessore Silvio Greco e del giudice Francesco Neri sono giunte veramente nel cuore e nella mente di tutti.
Si è trattato di un voler veramente ripercorrere la storia delle navi dei veleni per giungere poi fino ai giorni nostri.
“Grazie di esistere” ha detto il magistrato Neri all’Assessore all’ambiente Silvio Greco perché ad oggi, dal 1994 non era cambiato niente. Il giudice Neri ha precisato che “è criminale far finta che in Calabria non sia successo nulla”.
E di fatto il dramma che avvolge la Calabria è grande se si considera che il cerchio è molto largo. “Si tratta di uno scandalo internazionale” ha precisato Neri, e forse la Calabria è solo un pezzo del largo cerchio.
La notizia che ha fatto riflettere è la mancanza di analisi approfondite sui fusti di Cetraro nonostante ci sia una nave che costa agli italiani 44.000 euro al giorno.
Era questa la grande perplessità dell’Assessore Greco esternata persino al sottosegretario a Roma.
Di fatto non ci capisce perché non si vada avanti per effettuare velocemente i campionamenti del contenuto.
Forse perché questa parte dell’Italia, questo sud del sud viene considerato luogo in cui tutto è possibile far di tutto perché nessuno si lamenta o come ha detto Greco luogo in cui altri pensano che vivano cittadini di serie B.
Ed invece non è così, perché “la Calabria andrà avanti con tutti i mezzi e farà sentire all’Europa la propria voce”.
Una voce che deve alzare il tono così come affermato dall’Onorevole Bova perché sulla delicata questione delle navi dei veleni bisogna andare avanti fino in fondo perché la verità venga a galla. Non si può quindi accettare che la stessa viva nascosta nei fondali marini ma emerga con forza perché tutti sappiano.

Vincenzo Malacrinò

pubblicato su “il Quotidiano della Calabria”

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