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INCENDI: CHIESTO LO STATO DI CALAMITA’

7 agosto 2009 Nessun Commento
Montebello Jonico – E’ stato chiesto lo stato di calamità naturale alla Regione Calabria per l’incendio che ha divorato bel 500 ettari nel Comune di Montebello Jonico tra la notte del 24 e del 25 luglio.
Proprio il 25 l’incendio ha continuato a minacciare l’abitato di Montebello e in modo particolare gli abitanti di via S. Leonardo.
Il 27 luglio, il sindaco Nino Guarna, ha convocato la giunta al fine di deliberare su questo evento che ha letteralmente stravolto Montebello.
Un incendio che ha calpestato tutto il lavoro della gente, azzerando buona parte dell’agricoltura e che divorando macchine, mezzi agricoli, fienili e stalle, così come accaduto anche nella borgata S. Pietro, per poi continuare verso la pineta del comune di Motta S. Giovanni.
Ancora oggi i cittadini sono sconvolti e si dicono vivi per miracolo.
A S. Pietro, proprio di fronte a Montebello le persone riferiscono di essersi chiudi in casa perché accerchiati dal fuoco ora da una parte ora dall’altra. In quest’area del Comune, oggi, si contano molti danni, così come a Placa e in altre parti Comune.
Il paesaggio di queste aree è ormai tutto annerito dal fuoco e non ci sono più piante di olivo rigogliose e cariche di frutti né reti pronte per la prossima raccolta.
Tutto è stato bruciato. Notevoli sono i danni per gli agricoltori e per tutte le famiglie che vivono di questo lavoro.
Il Sindaco nella delibera evidenzia che, nonostante i soccorsi aerei e quelli degli uomini a terra da parte dei vigili del fuoco, della forestale e della protezione civile non si era riusciti ad arretrare l’incendio a causa del forte vento tanto da spingersi in prossimità degli abitati per poi giungere verso la parte bassa del Comune, in prossimità di Pentidattilo e verso S. Elena dove è stata emessa un’ordinanza di evacuazione per gli abitanti.
Proprio per questo l’amministrazione ha chiesto lo stato di calamità naturale nell’ottica di sostegno a quanti hanno avuto danni e perdite.
Ma i danni non sono solo quelli che si contano, sono i mancati redditi che deriveranno dalla prossima stagione ed ancora tutte quelle spese cui gli agricoltori si dovranno sottoporre per poter mantenere i propri capi di bestiame dal momento che ormai i pascoli sono stati bruciati, inclusa qualche riserva dal momento che qualche fienile è andato in fiamme.
Le aziende agricolo sono state piegate su se stesse, l’agricoltura è incapace di presentare i prodotti, il parco macchine di più di un agricoltore è andato in fumo, i pascoli sono inesistenti, diversi capi di bestiame sono stati soffocati e bruciati così come la legna accantonata per l’inverno per poi non parlare della fauna selvatica azzerata così come le specie erbacee ed arboree andate in fumo.
Tutti presenti gli assessori alla giunta giorno 27 per deliberare questo stato di calamità e per cercare di far dare un aiuto a quanti si sono ritrovati dentro la scia del “nemico rosso”.
Adesso, sarebbe auspicabile che gli amministratori facessero sì che realmente l’atto si trasformasse in dato concreto economico per la gente dal momento che spesso si chiede lo stato di calamità ma poi alla fine non si riesce ad ottenere nemmeno un centesimo per chi ha avuto danni.
Più volte a Montebello, infatti, è stata fatta richiesta alla Regione ma i cittadini a distanza di molti anni ancora attendono.
Forse questa volta, data la gravità, sarebbe il caso di insistere.

Vincenzo Malacrinò

pubblicato su “il Quotidiano della Calabria”

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