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CAMBIANDO LA CULTURA SI CAMBIANO I BOSCHI

11 agosto 2003 Nessun Commento
Sono i canadair che portano sollievo ai boschi riducendo l’impatto delle fiamme e sono sempre loro che a diversi metri di altezza sganciano al suolo una “nube di ristoro” a base di acqua e ritardante.
Là in cielo, quei veivoli trasmettono emozioni e sono proprio i piloti che in primo luogo, tra tensione e trepidazione, regalano “qualche respiro” alla vegetazione circondata dal rosso delle fiamme nettamente in contrasto col verde della natura che vira in poco tempo il colore così come i canadair nel cielo azzurro e tinto di grigio.
Il comandante Francesco D’Agostino, pilota della So.R.E.M. che gestisce i Canadair della protezione civile, che operano anche nel territorio della Calabria, in una intervista ha dato la chiave di lettura del problema soffermandosi molto sui dati e soprattutto sull’attività di prevenzione che va espletata con tempestività.
I dati in suo possesso denotano una riduzione degli interventi e quindi degli incendi però questo non deve assolutamente indurre gli operatori a rallentare le attività ordinarie e straordinarie di prevenzione e controllo, anzi, incentivarle nella consapevolezza che il fenomeno degli incendi è assai complesso e spesso determinato da una miriade di elementi concatenanti.
In effetti come lo stesso comandante spiega <> elementi tutti questi che incidono fortemente su quella che è l’evoluzione di un incendio e soprattutto su quelli che sono i risultati ultimi di un intervento.
Il comandante D’Agostino commenta di dati della statistica relativa alla provincia di Reggio Calabria relativamente agli interventi effettuati dai canadair e soprattutto la sua esperienza di volo sul parco dell’Aspromonte in attività di servizio.
<Nel 2001 180,07 ore sul fuoco, 1667 lanci e 130 missioni mentre nel 2002, 150,38 ore sul fuoco 1251 lanci e 119 missioni>>.
I dati registrano una diminuzione delle “ore di fuoco” ma questo non basta per essere sereni perché sarebbe una vana illusione.
Gli incendi esistono, i boschi ardono e la più o meno riuscita di un intervento sicuramente non cancella il problema di fondo che è da attribuire all’uomo.
Il 60% degli incendi secondo il rapporto del Corpo Forestale dello Stato è di origine dolosa. < >.
Altro suggerimento del comandante rivolto principalmente ai proprietari è quello di non bruciare sterpaglie nei periodi caldi presumendo di avere piena padronanza del fuoco.
Questo atteggiamento a volte causa la terminazione di centinaia e centinaia di ettari di bosco o di altra vegetazione mettendo così a rischio gli equilibri biologici di una intera area.
Una emergenza, quindi, che va affrontata in tempo e soprattutto mediante attività sinergica con gli operatori del settore e con le associazioni di volontariato che in questo ultimo periodo, soprattutto nella zona del Parco d’Aspromonte, hanno svolto un egregio lavoro.
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Lo Stato ha cercato di far fronte anche a questa emergenza attraverso la legge quadro 353/2000 con la quale ha affrontato il problema in modo molto ravvicinato.
L’ente Parco ha saputo coglierne immediatamente il contenuto dando la possibilità ai giovani, facenti parte di associazioni, di sfruttare gli incentivi sulla base dei risultati ottenuti e quindi in funzione delle aree sottratte alle fiamme.
Queste ed altre attività ha commentato infine il comandate D’Agostino sono significative perché contribuiscono a cambiare la cultura in un contesto dove l’elemento negativo emerge proprio da una sbagliata interpretazione del vivere e da un modo errato di approcciarsi alla natura.

Vincenzo Malacrinò

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