LA SOLITUDINE DEI GIOVANI AL CONVEGNO
Le istituzioni sono vicine ai giovani. Questo quanto emerso ieri nel corso del convegno “la solitudine dei giovani nell’era digitale” che si è tenuto a Riparo – Cannavò, a cui hanno partecipato tutti: l’Arcivescovo Metropolita Fortunato Morrone, il Prefetto Clara Vaccaro, il Rettore dell’Università Giuseppe Zimbalatti, l’assessore regionale all’Istruzione Stefania Caracciolo, il Sindaco Giuseppe Falcomatà, il Generale, Comandante provinciale dei Carabinieri Cesario Totaro, la Dirigente del Polo Tecnico Professionale “Righi-Boccioni-Fermi” Anna Maria Cama, il Garante della città metropolitano per l’infanzia e l’adolescenza Emanuale Mattia e molti altri. Nei loro saluti è emersa l’attenzione ai giovani e la necessità di aiutarli ad uscire dalla solitudine.
Presenti il colonnello, comandante provinciale della Guardia di Finanza Agostino Tortora, il Capitano di Fregata della Guardia Costiera Roberto La Tella, la Questura, la Polizia Stradale, il dirigente del Liceo delle Scienze Umane “Gulli” Francesco Praticò e la Dirigente dell’Istituto Alberghiero di Villa San Giovanni “G. Trecroci”, Enza Loiero, i cui docenti e studenti hanno gestito accoglienza e buffet.
Tutti uniti da un sacerdote: don Giovanni Gattuso, parroco di Prumo-Riparo e Cannavò, che ha organizzato questo importante momento di riflessione inteso come inizio di un progetto per stare vicino a chi vive la solitudine. Il parroco ha chiesto alle istituzioni una “carezza” da inviare al cuore di chi soffre perché lontano da affetto ed amore.
Un evento frutto di sinergia tra la parrocchia San Nicola di Bari e Santa Maria della Neve, Associazione Ape Reggina e Ufficio Diocesano di Pastorale Giovanile, patrocinato da tutte le istituzioni.
Al tavolo dei relatori il dott. Roberto Placido Di Palma, Procuratore della Repubblica del Tribunale dei Minori, il dott. Guido De Caro, psicoterapeuta, il prof. Vincenzo Malacrinò, docente di biologia ed esperto di comunicazione, suor Giuliana Luongo, direttrice Ufficio Diocesano Pastorale Giovanile e l’Arcivescovo Fortunato Morrone. Moderatore il prof. Domenico Morabito.
Il procuratore Di Palma ha posto in primo piano la necessità di vivere e diffondere il valore dei contatti umani per vincere la solitudine che avanza nell’era digitale. Da qui il suo invito ad avere maggiore capacità di ascolto e di comprensione. Questo ovunque ma principalmente in famiglia dove ogni giovane cerca riferimenti certi ed affetto.
Quello che, spesso manca, così come affermato dal dott. Guido De Caro, il quale ha presentato lo spaccato della solitudine con le sue diverse sofferenze. Casi reali ed esperienze vissute che raccontano la triste storia di una vera “piaga sociale” che colpisce i giovani sempre più collegati sui social.
Un mondo collegato ma “scollegato” dalla vita reale, così come sottolineato dal prof. Vincenzo Malacrinò il quale ha evidenziato l’effetto della solitudine sul sistema nervoso. Riprendendo le parole dello scienziato Zichichi “lo spirito non ha materia, ma condiziona la materia” ha spiegato come diversi ormoni, stimolati dalla solitudine, provocano sofferenza e disagio.
Serve consapevolezza e capacità di sapersi allontanare da ciò che porta alla solitudine così come sottolineato da suor Giuliana. Serve maggiore dialogo, affetto e dono di sé per vivere.
Concetto ripreso dall’Arcivescovo Morrone, il quale ha rimarcato l’importanza di vivere “questo tempo”. Un invito a non confondere virtuale e reale, cosa che spesso accade ai giovani. Bisogna essere vicini per aiutarli a scoprire i sentimenti onde evitare di cadere nel vuoto che non conosce confini.
pubblicato sulla Gazzetta del Sud