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CENTRALE A CARBONE? IL PROFESSORE PICCIONE RISPONDE CON LE PAROLE DEL NOBEL RUBIA

9 aprile 2011 Nessun Commento

Montebello Jonico – Alla manifestazione del “no al carbone” organizzata il mese scorso a Saline c’era anche un comunicato del professore Vincenzo Piccione dell’Università di Catania, esperto incaricato dall’allora amministrazione Nisi per studiare il progetto della Società Svizzera e per apportare osservazioni in merito.

Piccione, nel suo lungo comunicato, evita affermazioni di parte dal momento che sono già state indicate nel report consegnato al Comune di Montebello Jonico ed interviene con diverse parole espresse dal premio Nobel della fisica Carlo Rubbia il quale pur non parlando di centrali a carbone parla di carbone affermando che “è la fonte energetica più inquinante, più pericolosa per la salute dell’umanità. Ma non si risolve il problema nascondendo l’anidride carbonica sotto terra. In realtà nessuno dice quanto tempo debba restare, eppure la CO2 dura in media fino a 30 mila anni, contro i 22 mila del plutonio. No, il ritorno al carbone sarebbe drammatico, disastroso”.

Piccione evidenzia come sia necessario il ricorso ad energie rinnovabili ed alternative poiché le sole che potranno garantire continuità nel futuro dal momento che lo stesso Rubbia afferma che “il petrolio e gli altri combustibili fossili sono in via di esaurimento, ma anche l’uranio è destinato a scarseggiare entro 35-40 anni. Non possiamo continuare perciò a elaborare piani energetici sulla base di previsioni sbagliate che rischiano di portarci fuori strada. Dobbiamo sviluppare la più importante fonte energetica che la natura mette da sempre a nostra disposizione, senza limiti, a costo zero: e cioè il sole che ogni giorno illumina e riscalda la terra”.

Un invito, quindi, a pensare al futuro in modo diverso. Ad avviso dell’esperto nominato dall’allora sindaco Loris Maria Nisi, non basta sapere ma bisogna conseguentemente apportare cambiamenti nello stile di vita perché dagli stessi dipenderà il futuro delle prossime generazioni.

Piccione evidenzia il pensiero di Rubbia anche in merito al nucleare: “ non esiste un nucleare sicuro. O a bassa produzione di scorie. Esiste un calcolo delle probabilità, per cui ogni cento anni un incidente nucleare è possibile: e questo evidentemente aumenta con il numero delle centrali.”

Ora più che mai questa affermazioni è attuale dato il disastro ambientale verificatosi nel Giappone. Eppure nonostante ciò ancora si guarda se pur di nascosto verso questa direzione.

Poi il professore Piccione punta la sua attenzione sulle energie rinnovabili affermando che Rubbia, premio Nobel afferma che “c’è un impianto per la produzione di energia solare, costruito nel deserto del Nevada su progetto spagnolo. Costa 200 milioni di dollari, produce 64 megawatt e si realizza in 18 mesi. Con 20 impianti di questo genere, si produce un terzo dell’elettricità di una centrale nucleare da un gigawatt. Basti pensare che un ipotetico quadrato di specchi, lungo 200 chilometri per ogni lato, potrebbe produrre tutta l’energia necessaria all’intero pianeta”.

Entrando nella tecnica dei sistemi Piccione quanto affermato da Rubbia: “i nuovi impianti solari termodinamici a concentrazione catturano l’energia e la trattengono in speciali contenitori fino a quando serve. Poi, attraverso uno scambiatore di calore, si produce il vapore che muove le turbine. Né più né meno come una diga che, negli impianti idroelettrici, ferma l’acqua e al momento opportuno la rilascia per alimentare la corrente”.

Visto che è tutto così semplice allora perché non si realizza? A rispondere è sempre Rubbia il quale in un discorso così afferma: “il sole non è soggetto ai monopoli. E non paga la bolletta. Mi creda questa è una grande opportunità per il nostro Paese”.

Vincenzo Malacrinò

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