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LA POESIA DI CICCIO DEMETRIO

25 ottobre 2010 Nessun Commento
Montebello Jonico – In concomitanza con il “si” della commissione VIA sulla centrale a carbone, c’è anche chi scrive e dedica poesie.
A farlo è Ciccio Demetrio, di Melito Porto Salvo, in arte Crisostomo che tra una battuta e l’altra lancia appelli per serie riflessioni volte a tutelare il territorio desideroso di decollare ma sempre ancorato al suolo.
Così scrive una poesia dove non parla esplicitamente di centrale a carbone e di amministratori attenti o disattenti anche se si capisce palesemente a cosa si riferisce.
Così in vernacolo titola la sua comunicazione “Gira e rigira, si torna sempri cca”.
Demetrio inizia le sue rime scrivendo: “Si a Salina fannu l’impiantu/ tutta a zona mori di schiantu e si i pruvissuri dinnu chi non faci mali/ pi nnui non ncè cchiù Pasca e Natali!.
“Bocca d’oro” parlando di un impianto nell’altra strofa sottolinea:
“Quandu u carbuni brucia, faci tanti vileni/ ma unu cchiù i tutti porta duluri e peni.
Pi non mi faci dannu l’annu sutterrari/ ma ‘nci vonnu troppi sordi e cu ncia faci fari?
Sicuramente qui parla della cattura dell’anidride carbonica. Prosegue il pensatore melitese – “pi aviri u carbuni chi non faci danni/ ’nci vulissiru vint’anni!
Poi conclude: “Anni e danni /perciò non cadimu nta riti dill’inganni!
Si tratta di una poesia, di una riflessione dedicata al paese delle “tre ex”: ex liquichimica, ex Ogr, ex porto.
Tre colossi tutti crollati e per questo Demetrio, ai cittadini di tutta l’area, chiede di essere critici e soprattutto capaci di discernere le reali valenze del territorio, le vocazioni e le potenzialità in esso presenti al di là di aspetti temporanei che possono solo far sognare per tempi brevi.
pubblicato su “il Quotidiano della Calabria”

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