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VIA CRUCIS A MONTEBELLO JONICO

5 aprile 2010 Nessun Commento
Montebello Jonico – Via Crucis del silenzio e della meditazione a Montebello dove nella Chiesa Protopapale dell’Isòdia (Presentazione) don Carmelo Perrello ha invitato i fedeli a momenti di profonda riflessione in un contesto emozionante e carico di segni.
Una Croce ai piedi dell’altare ha caratterizzato tutte le 14 stazioni. Una Croce di luce e non si legno. Un segno forte, quello proposto da don Perrello teso ad evidenziare l’urgenza per i cristiani di essere fiamma viva che arde nella missione e nella testimonianza vera di Cristo.
Davanti all’altare, tanti piccoli ceri disposti a forma di Croce hanno dato spazio a momenti di raccoglimento e di meditazione mentre le luci della Chiesa si abbassavano per lasciare spazio alla grande luce.
Non solo questo il segno. Altri piccoli ceri sul fonte battesimale, luogo in cui l’uomo diventa figlio di Dio e quindi fiamma viva che corre nel mondo per annunciare a tutti la certezza della resurrezione.
Ed ancora, sull’altare altri ceri per indicare la luce che viene all’uomo dall’Eucarestia, ossia dal pane e dal vino che si trasformano in Corpo e Sangue di Cristo.
Si tratta di una realtà possibile grazie alla nascita, alla vita, alla morte e alla resurrezione di Cristo.
Don Carmelo ha preparato le 14 stazioni all’interno della Chiesa perché ha voluto che i fedeli fossero raccolti in preghiera nel luogo di sempre, reso diverso attraverso la caratterizzazione dei segni.
I simboli, ha ricordato don Carmelo, servono per proiettare l’uomo dentro realtà speciali e per far sì che si riesca a vivere con dimensione diversa l’ordinarietà delle cose.
Di fatto i segni servono per aiutare l’uomo a guardare il presente con occhi e spirito nuovo.
Ed è proprio nell’ordinario che si coglie lo straordinario così come i silenzi e gli spazi dedicati alla lettura della Passione.
Emozione durante le varie stazioni. Silenzio e preghiera. Questa la caratteristica della via Crucis proposta da don Perrello.
Un modo singolare per vivere l’ultima Via Crucis della Quaresima. Il silenzio, spesso, ha ricordato don Carmelo, è il modo migliore per vivere il dialogo.
Un modo speciale per interiorizzare momenti di grazia. Un modo singolare per parlare con Dio mentre tutto tace.
Il silenzio, quindi, come dono straordinario per vivere la preghiera ossia il colloquio con Cristo.
Così mentre avanzavano le stazioni della Passione si faceva sempre più alta l’emozione fino a raggiungere il culmine nella crocifissione.
Momento questo che ha richiamato i presenti a fare ancora una volta silenzio. Un silenzio intriso di silenzio. Un silenzio prolungato che rispecchiava ancor di più quello delle piccole fiamme che ardevano, davanti all’altare, protendendo verso l’alto.
La Croce ai piedi dell’altare interrogava i presenti mentre dava agli stessi lo slancio per guardare a questo segno come al simbolo della salvezza e al modo straordinario attraverso cui Cristo ha salvato gli uomini.

Vincenzo Malacrinò

Pubblicato su “Il Quotidiano della Calabria”

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