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FONTANA CHIUSA

23 marzo 2010 Nessun Commento
Montebello Jonico – “Qualcuno scriva che da parecchi mesi l’acqua è andata in vacanza e che non si conoscono i motivi che hanno portato a sostituire il rubinetto della storica fontana, della piazza principale del paese, con un tappo”.
È questo l’allarme lanciato dai montebellesi alle pagine di questo giornale perché, ancora una volta, porti in primo piano le realtà che circondano i cittadini.
A Montebello Jonico, borgo medievale e centro ricco di storia che affonda le radici fino agli Abenavoli del Franco, la storica fontana ormai da mesi si trova impossibilitata a scorrere acqua.
Tutta colpa di un tappo posto al posto del rubinetto in direzione della storica piazza.
Ma non è solo il rubinetto a mancare. Di fatto manca anche il coperchio della fontana. Si tratta di una struttura in ghisa risalente a diversi anni addietro.
Una fontana monca in tutti i sensi e priva delle sua unità più elementare, vale a dire l’acqua e pertanto incapace di assolvere il ruolo svolto per circa mezzo secolo.
Dopo tanti anni di piena attività, oggi, è stata mandata in pensione.
Un riposo forzato e certamente non voluto da quella fontana che giorno dopo giorno ha segnato il tempo e le ore di quella piccola piazza mentre l’orologio scandiva le ore, allietando così, attraverso il suo mormorio, il silenzio di quegli angoli divenuti sempre più poveri di gente.
Angoli che profumano di storia passata come quella della disfida di Barletta giunta fino a Montebello Jonico attraverso uno degli eredi di quel famoso Abenavoli che si battè contro i francesi recando la vittoria all’Italia.
Ma quelle piccole viuzze non parlano solo di quella storia. Parlano di grecità, così come più volte ricordata dal professore Luigi Sclapari, parlano di rito greco – bizantino, di monaci Basiliani, di monasteri bizantini come quello di S. Anastasio i cui affreschi stanno cadendo a pezzi sotto gli occhi di tutti e senza mai che nessuno alzi un dito nell’intento di far qualcosa.
Ed ancora le mura dell’antico paese parlano di angioini ed ancora di tradizioni antiche che hanno interessato le diverse generazioni e di cui gli anziani sono gli ultimi detentori.
In questo borgo il “caso” fontana chiusa è stato portato avanti proprio dagli anziani.
Proprio questi ultimi vedono in quella piccola struttura in ghisa, ora monca della parte sovrastante e della fontana vera e propria, un riferimento e un angolo da valorizzare.
Così più di uno dice di essersi recato al Comune per protestare. Altri affermano che la disfunzione, dal momento che si trova al centro del paese è agli occhi di tutti e pertanto sarebbe anche inopportuno segnalare poiché in questi mesi qualcuno sarebbe dovuto intervenire.
Così in piazza non mancano le polemiche, comprese quelle dei più giovani intenti a sollecitare la stampa perché la loro voce giunga a chi ha competenza.
Ma chi ha posto quel tappo al posto della fontana? Ed ancora per quale motivo? Intanto mentre si cercano risposte o meglio mentre in molti le danno c’è chi come un anziano si lamenta per l’impossibilità di poter sorseggiare la solita acqua. Un altro irrigidito afferma di dover ritornare a casa all’orario stabilito per poter assumere la solita compressa oppure alternativamente munirsi di bottiglia e bicchiere.
Così mentre c’è chi critica e chi esterna disappunti nei riguardi di chi dovrebbe intervenire c’è chi intende fare una raccolta simbolica per acquistare una fontana del costo al di sotto alle venti euro.
Ma se ci sono da un lato questi volenterosi, dall’altro c’è chi è contrario perché essendo la fontana pubblica non si può intervenire.
Tra una parole a l’altra c’è chi propone di chiedere l’autorizzazione al Comune per la posa in opera della tanto anelata fontana.
Ma forse sarebbe proprio il caso che il Comune ripristinasse questo spazio facendo funzionare la storica fontana e valorizzandola al massimo attraverso il recupero di quei pochi e semplici elementi oggi in parte assenti.

Vincenzo Malacrinò

pubblicato su “il Quotidiano della Calabria”

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