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RITO GRECO-BIZANTINO A MELITO PORTO SALVO

21 ottobre 2004 Nessun Commento

Melito Porto Salvo – Grande emozione dentro la Chiesa dell’Immacolata dove Lunedì si è celebrata la Santa Messa delle 17.30 col rito Greco Bizantino.
La vallata jonica, e non solo, sta rivivendo momenti forti attraverso queste celebrazioni che rievocano il passato ossia quel tempo in cui in tutte le parrocchie si celebrava proprio con questo rito.
Il sacerdote che rivolge le spalle al popolo, il richiamo forte all’ascolto della Parola, la preparazione della santa Messa con canti ed inni, gli incensi ed i profondi significati associati ad ogni gesto sono elementi base di questa liturgia.
Ed ancora altra caratteristica è la Messa cantata in italiano e greco.
Lunedì, per l’occasione, nella parrocchia guidata da don Benvenuto Malara, alla presenza di numerosissimi fedeli, per l’occasione sono giunti anche i seminaristi rumeni del Seminario Pio XI di Reggio Calabria, anch’essi di rito bizantino oltre che di rito latino.
P. Giacomo, che è un monaco francese, don Mario Casile, diacono di rito latino e bizantino, il professore Domenico Minuto, che da sempre segue e porta avanti il ritorno ed il ricordo delle antiche tradizioni, il dottore Annunziato Squiullace, cantore e profondo conservatore della lingua greca, Marcello Sapone anche lui cantore e tanti altri stanno facendo rivivere al territorio calabrese una esperienza unica e meravigliosa nella speranza che sia solo l’inizio di una lunga serie che si ripeterà con maggiore frequenza nel tempo.
Il rito bizantino e quello latino infatti sono diversi solo nella forma ma la vera sostanza è unica. E’ anche questo il messaggio che si vuole portare avanti e lo stesso don Malara Benvenuto, profondamente soddisfatto di quanto è riuscita a trasmettere questa liturgia ai fedeli ha affermato che anche gli avi dal paradiso esulteranno per quel magnifico momento poiché “qui, in questa terra ed in queste parrocchie loro cantavano, amavano ed adoravano Dio attraverso questa liturgia”.
Ed è proprio così, è proprio come se nel sangue di ciascuno ci fosse una forma innata di vivere la stessa liturgia come se fosse celebrata ogni giorno.
Soprattutto gli anziani inconsciamente si comportano secondo le tradizioni del rito greco bizantino come per esempio il bacio della mano al celebrante dopo quello della Croce nel momento in cui alla fine si riceve il pane benedetto da portare a casa o ai malati.
Nessuno aveva mai detto a loro che ciò andava fatto; ma sicuramente i loro nonni o i loro padri avevano lasciato, forse nel momento in cui stava per sparire il rito, segni oggi inconsciamente riemersi alla luce; o forse, ancora, il rito bizantino fa parte del patrimonio genetico di ciascuno e nel momento propizio vien fuori.

Vincenzo Malacrinò

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