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MONTEBELLO, MASELLA E FOSSATO IN MASCHERA

12 febbraio 2003 Nessun Commento
Il primo cittadino, l’assessore, il parroco ed altri i protagonisti dei carri.

Montebello Jonico- carnevale, festa dei ragazzi e degli anziani, di chi ha il senso dell’umorismo e soprattutto di chi, per un giorno vuole evadere dalla solita routine.
A Masella i giovani hanno fatto sfilare i carri con personaggi illustri, non è stato dimenticato infatti il primo cittadino Loris Nisi, personaggi preminenti della giunta, il parroco don Pietro Polimenti, la perpetua che chiede a Mons. Mondello la conclusione dei sospirati lavori della Chiesa di Masella ed ancora paperino e tante altre maschere che hanno fatto ruotare intorno al paese un’aria nuova e di festa.
Infondo se i cittadini eleggono “i propri candidati” in tempi di scadenze elettorali non c’è da stupirsi se poi a carnevale li pongono con “particolari vesti” e con messaggi sulla “bocca” che, forse, ricalcano il pensiero della gente, di questo territorio “tanto provato”.
Purtroppo i messaggi relativi alla politica non erano i migliori, manifestando un senso di scoraggiamento e quasi quasi di abbandono al “tanto che possiamo fare”.
Sereno il carro relativo al parroco ed alla perpetua. Il primo ritratto nella veste di tifoso incallito mentre la seconda intenta ad urlare la conclusione dei lavori nella Chiesa di Masella, invitando la gente a unirsi per chiedere aiuto a Mons. Mondello.
Tantissime maschere sotto questi grandi personaggi e tanti rumori, balli e canti, coriandoli fino all’ “ultima goccia” e schiuma tanto quanto basta per dipingere i presenti di bianco. A queste maschere si sono unite quelle dei giovani e ragazzi di Montebello ed a Fossato presso il salone delle suore si è trascorso un pomeriggio istoriato di “facce nuove”. Una giornata veramente viva quella trascorsa dai giovani di questo entroterra che una volta all’anno trovano anche la voglia di scherzare, cancellando per un istante il dramma della disoccupazione, dello sviluppo e del disaggio che a spesso li rende soli con se stessi. D’altro canto se ogni anno gli amici in maschera sono sempre in numero ridotto è perché tanti hanno dovuto preparare le valige per partire là dove forse i carnevali sono differenti, immersi nel tam tam di un turno di lavoro o nel vagone di un treno lontano dalla propria terra che canta di festa solitaria.

Vincenzo Malacrinò

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