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LA STORIA DI AZIS, CURATO A SALINE

27 agosto 2014 2 Commenti

Montebello Jonico – Ci sono storie eclatanti che “rubano” le prime pagine, storie di uomini e donne che per fama conquistano titoli e occhielli e altre, invece, che non vengono raccontate ma non per questo meno importanti.

Dietro le “quinte” a volte si coglie l’essenza dell’uomo, di quello che non vuole apparire ma essere.

A Saline, dietro le quinte, in tanti hanno lavorato e fuori dagli obiettivi e dalle telecamere hanno continuato a fare senza aspettarsi nessun grazie.

Tanti ragazzi, tante storie ed una in particolare merita di essere raccontata: quella di Azis, un ragazzo di 24 anni che, come i suoi compagni è partito alla ricerca di un filo di luce nel “grande” mondo.

Azis però già stava male ma nonostante ciò ha deciso di partire. Aveva la febbre e nessuno era riuscito a curarlo. Senza nessuna valigia, con i soli indumenti, usurati dal tempo, è salito su quel barcone che lo avrebbe portato dall’altra parte del mondo. Giunto a Saline, con in testa i suoi tanti ricordi, la sua famiglia, i suoi affetti, continuava a stare male.

La febbre lo tormentava; Continuava a persistere come e più di prima. Ed ecco che, chi sta dietro le quinte come la dott.ssa Giuseppa Nucera, nella sua accurata visita stabilisce di cosa si tratta. Così prescrive i farmaci e un’altra donna che sta sempre dietro le quinte, la dott.ssa Antonella Sgarlato, comandante dei Vigili Urbani di Montebello Jonico, si reca di in farmacia, compra i farmaci e dopo alcuni giorni di cure Azis finalmente sorride: la sua febbre era sparita. Si concretizza così il primo sogno. Ma non è solo questo poiché c’è chi, come Nuccio Foti, comandante dei Rangers International, mette le mani nella propria tasca per comprare ricariche telefoniche e sigarette ed ancora chi, come Fortunato Zampaglione, porta vestiario ed altro.

C’è chi, come Ivan Foti e Francesco Verduci, appena diciottenni, entrati nei Rangersi, decidono di abolire il mare per trascorrere il proprio tempo accanto ai profughi assieme a tutti gli altri volontari. Ed ancora c’è chi, come Mimmo Romeo Presidente della ProLoco, ha pulito e consegnato i locali adibiti a centro di accoglienza.

Questo non per proclamare eroi ma solo per raccontare la storia di chi, da dietro le quinte, silenziosamente, riesce a lasciare una traccia di sé.

Vincenzo Malacrinò

LA FOTOGRAFIA E’ DI REPERTORIO E NON SI RIFERISCE AI PROFUGHI DI SALINE JONICHE

pubblicato su “il Quotidiano della Calabria”

2 Risposte a “LA STORIA DI AZIS, CURATO A SALINE”

  1. 2
    Vincenzo Malacrinò Scrive:

    Carissimo Fortunato,
    condivido con te ed ancora una volta, complimenti per quello che hai fatto.
    Un caro saluto
    Vincenzo Malacrinò

  2. 1
    Fofo Scrive:

    Ciao,
    come dici, Azis era arrivato con i vestiti usurati dal tempo, intrisi dalla sofferenza, ma anche dal ricordo della sua terra. La sua maglietta, era quasi ogni giorno, quella del giorno della partenza dalla Libia, ma sempre lavata e profumata, là c’era tutto il suo vissuto. Quando ha lasciato Saline, ha abbracciato salutando tutti, e sul suo viso c’era anche una lacrima, d’amore, di gioia, di ringraziamento, di speranza. Azis era arrivato con una bottiglietta quasi vuota d’acqua, è ripartito con una bottiglia grande d’acqua, e con uno zaino azzurro pieno d’indumenti, questo zaino potrebbe essere la partenza per un futuro diversa. Quante storie di nome “Azis” sono rimaste chiuse in quel improvvisato centro di accoglienza.
    Fofo

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