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ECCO LE MOTIVAZIONI DELLO SCIOGLIMENTO DEL CONSIGLIO COMUNALE DEL COMUNE DI MONTEBELLO JONICO

10 maggio 2013 Nessun Commento

Montebello Jonico – “Nel Comune di Montebello Jonico sono state riscontrate forme di ingerenza da parte della criminalità organizzata che hanno compromesso la libera determinazione e l’imparzialità degli organi eletti, nonché il buon andamento dell’amministrazione ed il funzionamento dei servizi, con grave pregiudizio per lo stato dell’ordine e della sicurezza pubblica”. Si apre così la relazione dell’ex Ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri inviata al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e che ha determinato lo scioglimento del consiglio comunale di Montebello Jonico.

La stessa è stata  notificata ieri all’ormai ex sindaco Antonio Guarna e a tutti i consiglieri.

Nella relazione si precisa che “i lavori svolti dalla commissione d’indagine hanno preso in esame, oltre all’intero andamento gestionale dell’amministrazione comunale, la cornice criminale e il contesto ambientale ove si colloca l’Ente locale, con particolare riguardo alla posizione del sindaco, di altri amministratori e di alcuni dipendenti comunale per i quali risultano procedimenti di polizia nonché rapporti di parentela e frequentazioni con soggetti controindicati o contigui alle cosche mafiose operanti nel territorio di Montebello Jonico e nelle zone limitrofe”.

Poi viene specificato che “in particolare, è rilevante la posizione dell’organo di vertice, che risulta  gravato da pregiudizi di polizia, coinvolto in procedimenti penali e notato con soggetti controindicati”.

Nella relazione, si legge ancora “significativa valenza assume quanto emerso nel corso degli accertamenti svolti dai competenti organi in ordine alle frequentazioni avute, nel periodo precedente alle elezioni, da un amministratore che era solito  accompagnarsi con soggetti gravati da segnalazioni di polizia e da pregiudizi penali o con soggetti che risultano vicini o affiliati alla locale consorteria ‘ndrangherista, tanto da essere ritenuto, proprio per le predette frequentazioni, elemento sensibile all’influenza criminale esercitata da esponenti delle locali cosche”.

“Detto amministratore, si legge nella relazione, risulta avere interessi in una società che ha intrattenuto con l’Ente rapporti contrattuali. Inoltre è legato da vincoli di parentela con l’amministratore di una società appaltatrice ed esecutrice di lavori, alla data del 2012 per conto dell’amministrazione comunale.”

Inoltre “rilevano i rapporti di parentela che legano un componente dell’organo consiliare ad una dipendente comunale, proveniente da una famiglia appartenente ad una cosca locale in grado di esercitare un’egemonia di tipo mafioso sul territorio”.

La Commissione di indagine “ha rilevato criticità in molti settori e servizi dell’Ente, in particolare ha evidenziato che la gestione della cosa pubblica è stata condotta in spregio al principio della trasparenza e delle fondamentali regole amministrative”.

Inoltre “procedure irrituali sono state riscontrate per il ripetuto ricorso all’istituto del lavoro temporaneo per il tramite di agenzie interinali”.

Per quanto riguarda i lavori pubblici, “è stato accertato che l’Ente pur avendo aderito alla stazione appaltante non ha rispettato quanto previsto in materia”.

Molti lavori, si legge, “sono stati affidati con procedura di somma urgenza, in assenza delle condizioni necessarie di pericolo immediato”.

La relazione del Ministro Cancellieri tocca molti altri punti nevralgici come l’assunzione presso l’Ente di “una dipendente parente di uno degli amministratori”, l’impiego continuativo di un soggetto legato da vincoli di parentela con soggetti vicini ad elementi di spicco dell’omonima consorteria criminale” ed ancora “aspetti di irregolarità nella vicenda relativa alla società che gestisce il servizio idrico”.

Come se non bastasse “emblematica di possibili favoritismi, viene definita, la vicenda del rinnovo della concessione demaniale ed estensione della stessa ad una società il cui titolare è legato da stretti vincoli di parentela con il sindaco”.

“Nella relazione del Prefetto – precisa il Ministro – viene attribuito particolare significato alla posizione assunta da alcuni componenti degli organi dell’ente in relazione al progetto per la realizzazione di una centrale a carbone che ha alimentato polemiche e dissensi in quella realtà locale”.

Per l’ex sindaco Guarna si tratta di “una relazione lacunosa e omissiva che contiene tante inesattezze. Per tali motivi farò ricorso al Tar”.

 

Vincenzo Malacrinò

 

pubblicato su “il Quotidiano della Calabria”

 

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