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MELITO P.S. L’OSPEDALE E’ IN AGONIA

18 giugno 2000 Nessun Commento
Che l’assessore alla sanità intervenga
Di pomeriggio e di notte il servizio tac viene chiuso ai cittadini

Melito Porto Salvo- “l’ospedale ha bisogno di un medico, altrimenti rischia di morire” con queste nude e sconvolgenti parole il consigliere provinciale Antonino Romeo ha voluto lanciare un accorato appello alle istituzione affinché si mobilitino favorevolmente nella risoluzione di un problema che investe tutti i cittadini: il servizio tac.
Un servizio che ormai è divenuto disservizio vista la concezione che dello stesso si ha relativamente all’orario che si è costretti a seguire per effettuare un esame così delicato.
“lotte durate una vita, commenta Romeo ed ora tutto in fumo, ora tutto vincolato ad orari assurdi che evadono completamente da quelle che sono le reali necessità del malato”.
Tanto per intenderci, dice Romeo, prima il servizio tac veniva svolto regolarmente come in tutti gli ospedali e cioè di mattina, di pomeriggio e di notte, adesso tutto viene paralizzato in quanto il servizio è limitato solo alla mattina.
Una notizia sconvolgente quella data Romeo che lascia tutti perplessi ed increduli ma il consigliere afferma che la nota giunta nel servizio di cardiologia, dove lo stesso riveste il ruolo di cardiologo “parla chiaro”: Riduzione attività tac in considerazione della grave carenza di personale sanitario radiologico.
Quindi la situazione è molto chiara, ed il quadro riassuntivo è molto semplice: si lotta una vita per avere il servizio tac, si riesce a farlo funzionare, poi il personale viene trasferito ed il tutto viene ridotto ad un “alacre servizio mattutino”. Sicuramente ciò non nobilita un ospedale e neppure chi lavora in esso, afferma Romeo, in quanto in questo modo si sta facendo vedere solo e sempre un lato della medaglia.
E’ vero che c’è carenza di personale, continua Romeo, perché ci sono stati dei trasferimenti ma è anche vero che non si può chiudere battenti per una simile motivazione, comunque forse c’è chi la pensa in modo diverso.
Sicuramente non io, dice convinto il consigliere del ccd alzando il tono in quanto mi batterò per sensibilizzare chi di competenza nella speranza di riuscire a trasmettere la voce del popolo che per nulla è d’accordo con questo modo di fare.
“conosco la sensibilità dell’onorevole Filocamo e sono certo che non permetterà la prosecuzione di questa vicenda che merita nel rispetto di tutti e principalmente per la dignità del malato concludersi al più presto”.
Già dal primo luglio il servizio funziona solo di mattina ma speriamo che presto possa ritornare all’efficienza di sempre, anche perché, afferma Romeo il tutto è concepito in modo assurdo anche se poi si vanno a valutare i bilanci che entrano in gioco con un servizio- disservizio del genere.
Infatti, per spiegare meglio, continua il consigliere, il malato che giunge con un trauma o con qualche altra patologia che necessita di tac in orari” scomodi” e cioè nel pomeriggio o di notte deve essere trasferito in ospedali attrezzati, come se i nostri non lo fossero attraverso 118.
Quindi dall’ospedale di Melito verrà a mancare un ambulanza con tutto il personale annesso.
Il tutto lo si po’ leggere come un costo eccessivo per l’azienda e dall’altro lato come un grave danno nei confronti della collettività in quanto, spiega Romeo se l’ambulanza dovesse servire per qualche altra urgenza ahimè bisogna attendere.
Ecco come si tutela la salute del malato, dice Romeo, ecco come viene rispettata la dignità umana, solo in questi termini.
E, caso grave, continua, proprio l’altra sera una bambina aveva bisogno di un esame tac, da Melito è stata trasportata a Reggio.
Ma tutto questo tempo che si perde non è a scapito del paziente? Non è a scapito di quella che potrebbe essere la giusta diagnosi e la corretta terapia da praticare allo stesso?
Comunque una cosa è certa, per pochi minuti si vive e poi pochi si muore auguriamo che i malati sappiano scegliere sempre l’ora del ricovero altrimenti forse rischieranno la propria vita per non essere giunti in tempo in un ospedale degno di essere chiamato tale.

Vincenzo Malacrinò

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