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IL PORTO DI SALINE E’ DIVENTATO UNA DISCARICA

3 dicembre 2002 Nessun Commento
L’ecologia marina sicuramente è compromessa
I cittadini sono preoccupati, temono per la propria salute
Montebello Jonico – Montebello, paese delle mille risorse, dalla ex liquilchimica ormai chiusa alle ogr sigillate. Vanta un lungo tratto di costa, splendida nel passato ed oggi fortemente colpita dal fenomeno dell’erosione ed infine tra i tanti un porto insabbiato, chiuso, oggi anche “inquinato”. Sono mesi che persiste questo allarmante ed annoso problema la cui origine va ricercata nel riversamento di acque provenienti da un depuratore che trova la sua collocazione nel territorio di Melito Porto Salvo confinante con quello di Montebello. Questa importante struttura atta a depurare veniva attivata alla fine giugno e da questo periodo inizia l’attività di lavoro scaricando nel letto della fiumara le acque le quali poi giungevano a mare nell’area prossima al porto di Saline. Il 3 luglio i carabinieri della stazione di Saline attratti da questo fiume “atipico”, considerata la stagione ed il regime torrentizio delle fiumare, si recavano sul posto per verificare l’origine dell’acqua che a dire dei turisti si presentava poco gradevole sia per aspetto che per odore. Gli stessi militari verificavano l’attivazione del depuratore e lo scarico nella fiumara con successiva “destinazione” mare aperto. I problemi seri e veri sorgono un po’ più tardi dalla data di giorno 3. Infatti nella prima decade di luglio ignoti praticano un foro nel muro di cinta dell’area della ex liquilchimica adiacente al porto col fine di determinare la deviazione delle acque. Operazione riuscita anche attraverso l’ausilio di uno “sbarramento” tale da indurre il flusso delle acque dentro il foro e quindi dentro il porto e non più nel corso originario. Da quel giorno scattano le indagini da parte della capitaneria di porto e da quel lontano luglio ancora nessuna notizia pubblica. Una cosa è certa ed è alla vista di tutti, le acque del porto sono diventate marroni, il depuratore continua a lavorare e le acque “ingiustamente” come i cittadini affermano continuano ad entrare dentro l’area portuale dove a causa dell’insabbiamento altro non è divenuta che un piccolo lago. Qui pescatori incauti ed incoscienti pescano quei pesci che forse preferiscono la padella al mare inquinato. Forse uscendo da quelle putride acque avvertono un senso di liberazione. E proprio questa sensazione la pretendono i cittadini ormai agitati e stufi di attendere ancora per chi sa quanto. “Non ci vuole molto” affermano agitati, basta chiudere quel buco o deviare le acque là dove era il corso originale. “Di chi sono le competenze? A noi poco importa – asserisce un altro-, qui emerge un problema per la salute non solo del mare ma anche dei cittadini” ed ancora un altro “è vergognoso, nessuno fa niente, o tutti pensano di fare, però i dati parlano chiaro siamo a dicembre ed ancora stiamo aspettando”. Tensione e preoccupazione si fondono insieme ed un pizzico di rabbia fa da corona, perché tutti temono per l’igiene e la sanità pubblica e soprattutto corre tra le parole della gente un profondo amoreggiamento perché infondo coralmente manifestano sconcerto per il persistere di questo “scombinato modo” di gestire i problemi. E lo scoraggiamento sopraggiunge quando una signora afferma “ spero proprio che non debba verificarsi prima qualche grave problema per la salute perché qualcuno intervenga”.

Vincenzo Malacrinò

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