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LE RISORSE AGRICOLE MONTEBELLESI

25 gennaio 1998 Nessun Commento
Montebello è un paese collinare dove l’agricoltura si basa principalmente sull’olivo.
Il paese, infatti, e tutto l’entroterra, è ricco di queste piantagioni i quali producono abbondante olio che viene destinato principalmente per il consumo familiare.
In questo articolo ci si limiterà ad introdurre la coltura dal punto di vista botanico e successivamente si analizzeranno volta per volta le varie parti che la compongono fino a raggiungere la comprensione completa della specie valorizzando tutti gli aspetti peculiari.
L’olivo appartiene al genere olea specie europea, sottospecie sativa che si distingue dall’altra sottospecie oleaster alla quale appartengono gli olivi selvatici diffusasi in vaste aree dell’ambiente circummediterraneo e che deriverebbero dall’olea europea sativa per disseminazione spontanea.
Le caratteristiche botaniche della specie sono tali da contraddistinguerlo ad ampio raggio: si tratta infatti di una pianta con portamento ad albero costituito da uno o più tronchi con chioma tendenzialmente globosa o conica.
La specie è ad accrescimento basitono ciò vuol dire che si accresce dal basso verso l’alto e che quindi i rami basali sono più robusti di quelli apicali.
Sono le condizioni pedoclimatiche e sanitarie della pianta stessa che determinano l’accrescimento della pianta; le sue dimensioni infatti variano e l’altezza raggiungibile va dai 2,5 ai 15 metri.
L’olivo è una specie molto longeva e questo grazie alla sua elevata capacità di autorigenerazione.
Infatti i polloni emessi dal colletto assicurano plurisecolarità alla pianta permettendole di attraversare anche periodi di particolare stress idrici, nutrizionale ed ambientali.
Il suo migliore habitat è rappresentato dai climi temperati e quello marittimo risulta il più indicato.
La sua rusticità gli permette di vivere in ambienti con piovosità annua di 200-250 mm (quantitativi molto esigui per il normale sviluppo).inoltre sopporta bene sia le minime che le massime della temperatura e la salinità fino allo 0,4% del residuo secco nell’acqua di irrigazione.
Per quanto concerne i terreni predilige quelli di medio impasto tollerando però anche quelli che hanno un contenuto in argilla del 50%.

Vincenzo Malacrinò

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