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STRADA PERICOLOSA A SANT’ELENA

1 novembre 2021 Nessun Commento

Montebelo Jonico – Pezzi di strada che poggiano sul vuoto, asfalto “grattugiato”, manto stradale, a tratti, inesistente, voragini sparse e tanta rabbia portano i cittadini della borgata S. Elena ad alzare il tono per chiedere il rispetto dei loro diritti.

“Non chiediamo cose straordinarie, dicono ma soltanto una strada mezza sicura. Questa, che attraversiamo ogni giorno, potrebbe toglierci la vita da un momento all’altro”.

La strada che porta all’abitato così come quella al suo interno è ad una sola corsia e pertanto non vi è possibilità di poter evitare l’insidioso pericolo. Lato nord crateri impediscono alle autovetture di attraversarla e le automobili e peggio ancora i camioncini, che trasportano fino a cinquanta o cento quintali di olive, sono costretti a percorrere alcuni tratti di strada, in parte, poggiata nel vuoto.

“Sotto, dicono, c’è solo il precipizio e la gente qui può perdere la vita”. Poi fanno un passo indietro per narrare storie sconvolgenti: “qui se una persona sta male, può anche morire perché l’ambulanza, per un limitato tratto di  strada stretto non riesce a salire”.

Parole che fanno tremare chi ascolta. “Sì, continuano, qualcuno è poi morto nel mentre attendeva l’arrivo dei medici. Forse non si poteva far nulla però riteniamo vergognoso che nel 2021 i soccorsi debbano fermarsi lungo la provinciale di Montebello e i medici accompagnati a bordo di una automobile”:

Negli anni scorsi una signora si è procurata una frattura. È stata lei a dover raggiungere l’ambulanza a bordo di una macchina. Fosse stata una vertebra cervicale forse, sarebbe passata ad altra vita. Certo, quando sono i malati a dover raggiungere i mezzi di soccorso e non al contrario, più che ridere, forse, bisognerebbe fare una profonda riflessione. Ed i casi non sono solo questi.

In quell’area, è molto sviluppata l’olivicoltura. Ci sono due frantoi. “Se le condizioni rimarranno tali saremo costretti  ad abbandonare  terreni e raccolta. Ma i danni chi ce li paga?”. Per molti questo rappresenta fonte di reddito.

Quella strada conduce a tutte le arre interne coltivate ad olivo come le aree sopra Fossato, Bagaladi, Pentidattilo e Melito.

Eppure S. Elena avrebbe dovuto rappresentare l’area di sviluppo di Montebello-centro storico. I terreni sono quasi tutti edificabili. Era prevista persino una Chiesa, una piazza, case popolari e molto altro. Ed invece nulla. Solo il vuoto e tanti progetti. Parole e promesse prima delle elezioni. Dopo ciò che prima era semplice e facile da raggiungere si trasformava in “forse” e “vediamo”:

Negli anni scorsi, quando era sindaco Loris Maria Nisi, è stato abbattuto il vecchio ponte per ricostruire uno nuovo dalla larghezza invidiabile. Stride poi il collegamento ad uno stretto budello. Però, dicono gli abitanti più informati, “i soldi c’erano. I lavori per l’allargamento della strada, persino appaltati, si dovevano realizzare qualche anno addietro. Poi, nessuno ha saputo niente.

Come se non bastasse, un vecchio progetto prevedeva una strada larga a norma di legge che avrebbe collegato la provinciale con la borgata. Di questo, ora, neppure l’ombra. “Sappiamo, affermano, che sono stati spesi circa cinquecento mila euro per realizzare aree di sosta nel tratto che porta verso S. Leonardo”. Il tutto per facilitare il transito delle automobili e soprattutto dell’ambulanza che, ovviamente, non passa. Ma solo per poco”

Stanca la gente chiede fatti e non parole. La loro vita, che vale quanto quella degli altri, non deve essere calpestata.

Vincenzo Malacrinò

Pubblicato su “Gazzetta del Sud”

 

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