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DA ROMA IL “SI” DELLA COMMISSIONE VIA

25 ottobre 2010 Nessun Commento
Montebello Jonico – E’ arrivato il “si” della commissione Valutazione di Impatto Ambientale del Ministero all’Ambiente per la centrale a carbone che si dovrebbe costruire a Saline Joniche.
Nonostante i “no” della popolazione, delle associazioni, dei Comuni, della Provincia e della Regione, il Ministero ha dato il suo “via”.
Due contrari e tre astenuti. Per il resto nella capitale hanno votato per il “si”.
Per ben due volte il punto all’ordine del giorno era stato rinviato ma ieri è arrivato il verdetto.
Una valutazione “scontata” afferma Nuccio Barillà di Legambiente nazionale “che indica come la politica abbia vinto sulla tecnica e sulla scienza”.
Barillà, infatti, aveva sempre sostenuto che l’orientamento della commissione sarebbe stato favorevole ed oggi richiama le istituzioni locali a continuare la linea del “no” e a non “discolparsi, dietro questo parere anche perché non è vincolante”.
Si tratta di un primo passaggio, ha affermato l’esponete di Legambiente, che “porta delusione ma certamente la partita non è chiusa a livello autorizzativi né di lotta perchè utilizzeremo tutti i mezzi democratici per ribadire il no per la costruzione di questa opera che non giova certamente a questa Regione”.
Barillà afferma che “sono ben altri gli investimenti che servono a questo territorio che ha già pagato molto nel passato”.
A Montebello, infatti hanno trionfato colossali investimenti caduti nel vuoto subito dopo come le Officine Grandi Riparazioni, la Liquichimica ed il porto.
In nome dei posti di lavoro si son fatti scempi ed ancora oggi la popolazione paga le conseguenze in termini di disoccupazione, di ambiente e di incapacità di convertire quelle strutture.
Il caso della centrale a carbone con il “si” della commissione VIA di ieri ha portato Legambiente nazionale a pronunciarsi con un duro comunicato evidenziando i dati tecnici e scientifici che impongono una vera riflessione.
Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente e Nuccio Barillà del direttivo nazionale hanno affermato che si tratta di “utili per le aziende e di costi per i cittadini non solo di Montebello Jonico ma di territori molto più vasti dal momento che in atmosfera saranno riversate 7, 5 milioni di tonnellate di emissioni di CO2 in più all’anno” .
Un valore elevato precisano in un momento in cui il mondo ed i protocolli internazionali obbligano gli Stati ad abbassare i valori della CO2 per non parlare poi di tutti gli altri elementi che ricadrebbero al suolo.
Per Legambiente si tratta di un parere che va contro la logica del rispetto della natura e dell’ambiente perché se da un lato l’Italia concorda con gli altri Stati per la riduzione della CO2 dall’altro autorizza costruzioni ci strutture che la producono. Questo è assurdo, affermano, e definiscono il parere “un regalo del ministero dell’Ambiente” .
“Il carbone – aggiungono i due esponenti di Legambiente – è il combustibile fossile a maggior emissione specifica di anidride carbonica. Le nuove centrali garantiranno solo importanti profitti alle aziende, a fronte di pesanti multe che graveranno sulle tasche dei contribuenti italiani”.
Adesso ciò a cui tutti puntano è l’atteggiamento della Regione Calabria.
“Ci auguriamo confermano gli esponenti di Legambiente, che la Regione continui a opporsi al progetto sulla centrale a carbone, con ogni mezzo, e che il ministero per i Beni e le attività culturali confermi il suo parere negativo”.
Ora servono fatti e non parole, progetti alternativi e non propagande elettorali.
Vincenzo Malacrinò

pubblicato su “il Quotidiano della Calabia”

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