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ALLARGIA: OGGI SI PUO’ GUARIRE

21 ottobre 2004 Nessun Commento

Il professore Giuseppe Galtieri guarda con ottimismo i risultati conseguiti negli ultimi anni dall’immunoterapia

Starnuti, tosse, difficoltà respiratorie, dermatiti ed altro ancora? Questi alcuni indesiderati effetti causati da “nemico” dell’uomo il cui nome è noto ormai da tempo col termine di “allergia”.
A Reggio Calabria e dintorni il numero di allergici non si discosta dalla media nazionale ed ora che si è nel vivo della “stagione dei pollini” il problema tende a sollecitare pazienti, medici e soprattutto farmacie ed industrie farmaceutiche che, di minuto in minuto, producono farmaci in quantità sempre più elevata.
Nelle farmacie reggine il consumo di antistaminici, colliri e decongestionanti prende il picco mentre il vento trasporta polline ovunque.
In Italia sono circa otto milioni e mezzo le persone che soffrono di questo problema, ossia il 10% della popolazione.
Un numero molto alto se si considera il passato.
Infatti l’organizzazione mondiale della sanità stima che negli ultimi 25 anni la percentuale della popolazione coinvolta sia passata dal 5 al 25 per cento.
Il professore Giuseppe Galtieri, allergologo e medico del lavoro presso la facoltà di Medicina dell’Università di Messina, nonché responsabile dell’ambulatorio di diagnostica allergologica professionale, guarda con ottimismo i risultati conseguiti dall’allergologia e conscio della complessa problematica che ruota attorno al fenomeno delle “allergie” afferma che comunque si può guarire.
L’allergia altro non è che una ipersensibilità individuale a reagire ad una determinata sostanza.
Questa, la semplice definizione, di un complesso fenomeno che interessa l’individuo a vari livelli e che reca disturbi non indifferenti.
Ma oggi, precisa il professore Galtieri, l’allergia può essere combattuta e si può ottenere in molti casi la desensibilizzazione; da qui la guarigione anche se va detto, che non tutti i soggetti rispondono a questo trattamento.
In questi casi i pazienti definiti “non responder” vanno indirizzati verso le terapie alternative con nuovi antistaminici e cortisonici.
Insomma una via d’uscita si trova in ogni caso anche se i risultati ovviamente saranno diversi.
La popolazione reggina non sfugge alla regola nazionale essendo coinvolta nella misura dell’8 – 10 % (percentuale riferita ad allergie legate al polline e sistemiche).
Questa percentuale si eleva notevolmente e giunge al 16 – 18% se si considera la patologia allergica da contatto (dermatiti eczematose professionali e delle casalinghe).
Insomma la componente “professionale” incide notevolmente incrementando del 6-8% la percentuale base.
Numeri che pesano enormemente sulla spesa sanitaria e sull’economia in generale.
L’allergia non ha età. Questo un altro dato interessante che spiega la presenza di fenomeni allergici sia in anziani che in bambini.
Questo, spiega il professore Galtieri è dovuto alla presenza di nuovi allergeni che è tanta e tale da giustificare le reazioni nell’uomo anche in età avanzata.
In tutti questi fenomeni allergici, da sottolineare, comunque, la predisposizione individuale a reagire ad una determinata sostanza.
Quindi pollini, acari, derivati epidermici degli animali e derivati proteici in genere costituiscono gli attori dello scenario in cui viene rappresentata la “commedia” dell’allergia e dove il sistema immunitario funge da “regista” e “testa” ogni singolo elemento.
Insomma delle scene molto simpatiche quelle che si svolgono nel corpo umano dove l’antigene, che potrebbe essere il polline, inalato nelle vie respiratorie giunge nel sistema immunitario dove poi si originano i così detti “anticorpi”.
Il professore Galtieri introduce un altro protagonista delle allergie componente, ossia, l’aptene che è un antigene incompleto, e le sue caratteristiche necessita appunto di un altro attore ossia un carrier proteico che lo presenti al sistema immunitario.
La regia è sempre curata dalla “ipersensibilità” che muove tutto e coordina ogni scena.
Il “costumista” di questa nobile scena “veste” e “spoglia” gli attori principali con molta precisione ed in periodi ben definiti.
Infatti nel fenomeno delle allergie respiratorie non va mai sottovalutata la stagionalità.
Giustamente in primavera aumentano le preoccupazioni di chi è allergico proprio perché di fatto cresce a dismisura il quantitativo pollinico delle specie allergeniche.
Alcune di queste ed il relativo polline, sono comunque presenti tutto l’anno con la differenza che la pollinazione sortisce effetti limitati rispetto alla primavera per l’abbattimento del polline da parte delle condizioni climatiche.
L’acaro, invece, segue la via inversa: si moltiplica in condizioni caldo- umido (inverno) per poi affievolire durante il periodo primaverile-estate per l’azione dei raggi solari.
Insomma è come se di fatto si dessero il “cambio di guardia”, lasciando sempre “sotto controllo” l’obiettivo “uomo”.
Il polline e gli acari non sono i soli ed unici nemici anzi ve ne sono altri, sottolinea il professore Galtieri, misconosciuti e responsabili di fenomeni allergici di difficile interpretazione pratica.
Ecco che l’attenzione del professore viene posta in modo particolare alle “nuove allergie” derivanti da ambiti di lavoro con particolare riguardo a materiali e sostanze di uso lavorativo intermedi e prodotti finali di lavorazione.
Sono le classiche dermatiti da contatto o eczemi, dermatiti da sostanze chimiche (apteri) presenti in ogni ambiente di lavoro e di vita.
Si ricordi la dermatite da Nikel, frequente per l’uso di bigiotteria nichelata , la dermatite parasenilendiammina tipica dei parrucchieried infine le dermatiti di tipo proteico che interessano in modo particolare i polpastrelli delle mani.
Fenomeno questo riscontrato di frequente in operatori sanitari, addetti alle pulizie, casalinghe, salumieri e pescatori.
Ma l’elenco delle dermatiti non si ferma, il professore introduce un altro grande capitolo che è quello dei detersivi e da guanti di lattice che spesso causano problemi non indifferenti.
La preoccupazione del responsabile dell’ambulatorio di diagnostica allergologica professionale, si concentra sui nuovi agenti che causano allergie in quanto come lo stesso afferma “le sostanze chimiche responsabili delle dermatiti e dell’asma spesso derivano da cicli lavorativi e quindi da un mondo tutto nuovo e difficile da controllare perché non si conosce il potere allergogeno di molte sostanze”.
E comunque di asma si muore, precisa il professore. Ecco quindi la necessità di non sottovalutare mai un fenomeno allergico che potrebbe precipitare e dare serie conseguenze.
La raccomandazione è quella di fare prevenzione ambientale e personale e soprattutto valutare nel giusto modo e mediante l’aiuto del medico di famiglia ogni manifestazione.
La tosse per esempio non va mai sottovalutata nei fenomeni di asma allergica,anche perché a volte è il solo segnale evidente capace di costituire un ottimo campanello di allarme.
La diagnosi di allergia è molto semplice e si fa con test in vitro (esami sierici) e in vivo (sull’individuo).
Nel caso delle dermatiti si pratica invece il peatch test, mentre per l’asma il prick test ed il test di provocazione bronchiale come anche i test sierici (rast e prist).
Fondamentale per il decorso e la prevenzione è la conoscenza de l problema e l’attuazione di strategie che comportano l’uso di dispositivi di protezione individuale (mascherine, creme – barriera, guanti ecc…) e collettivi (sistemi di aerazione e di aspirazione delle polveri e degli irritanti).
Al di là di tutto resta comunque un problema di fondo che è la predisposizione genetica.
Perché si diventi allergici è necessario infatti che nel proprio dna ci sia una sequenza ben definita di informazioni che orientano il paziente verso l’ipersensibilità ad una determinata sostanza.
Per combattere questo fenomeno esistono i vaccini per piccoli e grandi anche se, raccomanda il professore, ai bambini vanno somministrati dopo la pubertà poiché “non è infrequente che dopo tale stadio la manifestazione allergica scompaia o si trasformi”.Vincenzo Malacrinò

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