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MONS. NUNNARI: VESCOVO DALL’ESTREMA SEMPLICITÀ

12 maggio 1999 Nessun Commento

Montebello lo accoglie con un lungo e caloroso applauso

Montebello Jonico- E’ stato don Pietro Polimeni, parroco di Montebello Jonico ad accogliere nella parrocchia S. Maria della Presentazione Mons. Nunnari.
Un lungo applauso che ha accompagnato il suo ingresso nella Chiesa arcipretale, e poi un momento di silenzio, davanti al tabernacolo, hanno segnato la fase iniziale del suo arrivo.
I suoi passi erano caratterizzati da un avanzare lento e deciso e le mani benedicenti si fermavano per accarezzare anziani e bambini.
Un vescovo, eccezionale quindi Mons. Nunnari, un vescovo che sa di essere sacerdote, sevo del Dio fedele.
La celebrazione inizia con il saluto rivolto dal presidente dell’azione cattolica montebellese, Vincenzo Zema, nel quale oltre a ringraziare la presenza di sua eccellenza mette in evidenza le sue capacità umane e spirituali ed ancora la sua semplicità e la sua particolare dedizione ai poveri, a chi veramente rappresenta la sofferenza vivente.
Terminato il discorso mons. Nunnari abbraccia il presidente con paterno affetto e commozione per le parole rivoltagli e nelle sue gesta erano evidenti segni di grande e contraddistinguente semplicità.
La sua omelia semplice e alta nel suo significato, esprimeva tutta la sua capacità di tessersi nella trama del popolo.
Non gli sfuggono i tratti dei parroci montebellesi a lui noti come per esempio don Lillo Altomonte, conosciuto in tutta Reggio, come neppure la figura del Beato Padre Catanoso.
Immagini che vanno soprattutto meditate per capire il senso vero dell’essere sacerdote e quindi ministro di Cristo che chiama.
Sottolinea anche le condizioni particolari della sua nuova diocesi, S. Giovanni dei Lombardi , dove porterà se stesso per servire Cristo in tutti e soprattutto nei più poveri.
Questi dice “sono la gioia che rendono ricca la vita di un prete”.
Ed invita tutti a seminare la gioia di Dio, ricordando ai presenti che infondo alla vita di ciascuno ci deve essere l’uomo.
Perché senza quest’ultimo non ci può essere il cristiano.
L’umano, afferma mons. Nunnari, deve fondersi con il divino per essere sintesi e per donare agli altri la gioia di Cristo.
Dopo la conclusione della S. Messa Mons. Nunnari compie un gesto veramente particolare, un gesto che lascia ricchi e pieni di gioia i fedeli: ripercorre il corridoio centrale e saluta uno per uno i fedeli soffermandosi ad abbracciare bambini ed anziani.
Ed a noi de “il domani” con grande disponibilità concede un’intervista che qui riportiamo:
- eccellenza che cosa vuol dire essere vescovo?
- Vuol dire prima di tutto essere portatore di speranza in mezzo ad un popolo che deve riprendere il cammino della fede per incontrare Cristo nel profondo.
- Si aspettava che un giorno sarebbe diventato vescovo?
- Non ho mai pensato di costruire l’episcopato ma di rendermi disponibile alla chiamata che attraverso il Santo Padre il Signore mi ha fatto.
- Come pensa di risolvere i problemi che incontrerà nella sua diocesi?
- Non vado con programmi fatti a tavolino. Starò in mezzo alla gente, cercherò di comprendere i loro problemi e di leggerli alla luce della parola di Dio.
Queste poche domande e queste proficue risposte ci fanno capire che questo vescovo scolpito nel cuore della diocesi reggina sarà grande perché l’umiltà e la semplicità abbondano.
In lui si legge chiara la forza ed il coraggio di andare avanti e soprattutto la capacità di guidare e di trainare il non indifferente carro dell’umanità assetata dell’amore di Cristo.

Vincenzo Malacrinò

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