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MONTEBELLO FRA SVILUPPO E TERZO MONDO

14 gennaio 1998 Nessun Commento
Montebello è un paese che si erge in collina dove ancora tutto sembra incontaminato e la natura sfoggia nei suoi più antichi splendori.
Il comune si estende dalla marina alla montagna e data la sua posizione e conformazione geografica potrebbe offrire a tutti quanto purtroppo da anni si astiene ad elargire non per pigrizia propria ma di chi purtroppo neppure lui è riuscito a conoscere.
Ed è proprio per questo contrasto e per questo dilemma che il progresso non riesce a colonizzare questo paese che manca di tutto e persino delle cose più banali e semplici.
Da cosa deriva l’immigrazione, l’emigrazione e l’esodo se non dall’inviluppo e dalla mancanza di capacità di offrire la possibilità, a quanti lo desiderano, di rimanere nel proprio paese?
Ed è proprio quando non si trova il minimo indispensabile che a malincuore si lascia il proprio paese, una parte di se, nella speranza che un giorno o l’altro forse con la bacchetta magica le “cose si “aggiustino” e quindi si ritorni alla base. Purtroppo tale comportamento non aiuta a migliorare la condizione disastrata del paese che anno dopo anno a causa di quanto sopra detto si trova spopolato.
D’altra parte come si può condannare quel montebellese che lascia la propria terra per dare ai propri figli l’ordinaria amministrazione mancante nel luogo in cui vive?
Come rispondere a quei ragazzi che chiedono un campo sportivo per passare un po’ di tempo libero?
Come comportarsi con i bambini che giocano per la strada con il rischio che qualche macchina li “metta sotto”?
Alcune volte, da questo, amaramente ci si accorge che non c’è poi tanta differenza fra i nostri ragazzi e quelli del terzo mondo che trascorrono il loro tempo nella miseria lungo viali ricchi solo di povertà. Il tutto ci dovrebbe far paura e far prendere coscienza del momento critico che l’entroterra sta attraversando.
Piace ai montebellesi questa cupa introduzione? Sicuramente no.
Però nello stesso tempo nulla si muove e tutto passa come sempre e come prima facendo finta di non vedere i problemi anche se il più delle volte coprono tutti interamente fino al punto di non poter neppure alzare il capo per guardare la rovina che sta attorno.
Si parla proprio di rovina perchè facendo un sondaggio a quel poco che c’è si giunge poi all’amara conclusione del nulla possedere.
Cosa dire del caos e della poca pulizia delle strade interne che trovano un pò di ristoro quando i cittadini si muniscono di scope e pale per dar loro una rinfrescata.
E dei cimiteri? Meglio non parlarne. La presenza delle erbacce nei tempi passati ha richiesto più volte l’intervento di persone volenterose al fine di eliminarli.
Le strutture sportive sono poi inesistenti o meglio come, affermano alcuni giovani, nel dimenticatoio di chi più volte ha ricevuto sollecitazioni per attuarle.
I montebellesi per farsi la partita, devono organizzarsi il giorno prima per recarsi a Saline o in altri luoghi.
E così non si può dire neppure goal a casa propria.
Di giorno in giorno e di anno in anno si va avanti così senza che nulla muti il piatto programma disponibile in loco.
Il risultato ultimo di tale comportamento definisce la curva dello spopolamento la quale si interseca con quella della regressione sociale.
Il rilassamento, il poco impegno, e l’assenza di attuazione di quanto si dovrebbe, deve far rientrare ciascuno in se stesso e principalmente chi potrebbe far tanto e per un motivo o per un altro si astiene.
Ma allora qual è il volto che si vuole dare a questo spicchio di terra governata da tanti politici, cosa si intende dire a quanti chiedono le cose più semplici di questo mondo?
La risposta è alquanto alta e racchiude in se certezze ed incertezze comunque è chiaro che i risultati ultimi saranno quelli che poi riusciranno a far luce alle tante ombre che pervadono ed invadono la mente ed il pensiero di quanti vivono in questo paese.
Vincenzo Malacrinò

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